Viareggino muore in carcere francese «Mi maltrattano». Autopsia rinviata
Corriere della Sera 29 agosto 2010
VIAREGGIO - Si svolgerà domani e non oggi, come era stato annunciato, l’autopsia sul corpo di Daniele Franceschi, l’italiano morto nel carcere di Grasse (sud della Francia) il 25 agosto scorso. Lo si è appreso da fonti diplomatiche italiane a Nizza, dopo che questa mattina i familiari giunti ieri dall’Italia si sono presentati alla camera mortuaria come era stato indicato ieri. Intanto prosegue l’inchiesta sul decesso di Franceschi, ufficialmente avvenuto per un infarto che lo avrebbe colto mentre era nella sua cella, dove era rinchiuso da cinque mesi per uso di falsa carta di credito.

IL DECESSO - Dalla ricostruzione dei fatti è emerso fra l’altro che il decesso è stato registrato alle 19:15 del 25 agosto nella cella della prigione di Grasse, che le autorità consolari italiane sono state avvertite la mattina del 26 alle ore 11 e che alle 12:50 la stazione dei carabinieri di Viareggio è stata messa al corrente via fax. Immediatamente dopo, i carabinieri hanno convocato il fratello della vittima per metterlo al corrente dei fatti.

SOPRUSI E MALTRATTAMENTI - Era stato arrestato, nel marzo scorso, in un Casinò della Costa Azzurra con l’accusa di falsificazione e uso improprio di carta di credito. Cinque mesi dopo, Daniele Franceschi, 31 anni, carpentiere di Viareggio, sposato, separato e padre di un bambino di 9 anni, è morto in una cella del carcere di Grasse, nell’entroterra di Cannes, in circostanze tutte da chiarire. Franceschi in questi mesi ha scritto diverse lettere alla madre Cira Antignano raccontando anche di aver subito soprusi, maltrattamenti e di non essere stato curato quando aveva la febbre molto alta. Il decesso, secondo le autorità francesi, sarebbe avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì scorsi, ufficialmente «per arresto cardiaco». I familiari hanno appreso la notizia dopo tre giorni.

IN VACANZA - Franceschi era andato in vacanza in Costa Azzurra nel marzo scorso con alcuni amici. Il gruppo aveva deciso di trascorrere una serata al casinò ma quando Franceschi si era presentato a pagare le fiche esibendo una carta di credito gli addetti si sono accorti che qualcosa non andava e hanno chiamato la gendarmeria, che ha arrestato l’italiano. L’avvocato Aldo Lasagna sta seguendo il caso per la famiglia che vuole chiarezza e fa appello alle autorità italiane e al console per cercare di capire cosa sia accaduto in quella cella del carcere di Grasse.

LA MADRE NON HA VISTO LA SALMA - All'autopsia non ci sarà un perito legale a rappresentare la famiglia di Daniele. «Abbiamo saputo che un medico di fiducia italiano avrebbe potuto seguire l’autopsia su mio figlio - ha raccontato all’Ansa Cira Antignano -. Ma non sapevamo come procurarcelo. Così, ho mandato venerdì un fax al ministero della Giustizia chiedendo aiuto, chiedendo di avere un medico legale da portare dall’Italia, ma non ho ricevuto risposta. Dopo l’autopsia forse potremo farlo tornare a casa. Ma i francesi, sull’esito, potranno raccontarci quello che vorranno». La madre, accompagnata da una cugina e da un fratello, si è precipitata a Nizza, ma non ha potuto vedere la salma.

VERSIONI DISCORDANTI - Lo zio, Marco Antignano, ricorda che in questi cinque mesi il nipote aveva atteso invano il processo. «C’erano state alcune udienze, sempre rimandate - dice -. Era complicatissimo andare a trovare mio nipote. Mia sorella era riuscita ad entrare in carcere solo due volte, ogni volta l’avevano controllata in una maniera non solo minuziosa, ma anche umiliante. Il ragazzo era tranquillo ma parlava e scriveva di soprusi, di ore di lavoro estenuante, di maltrattamenti e vessazioni. Raccontava che ce l’avevano particolarmente con gli italiani, forse, diceva, a causa del calcio». Sono state fornite, inoltre, racconta lo zio, versioni discordanti sull’ultimo giorno di vita di Daniele. «Io ho parlato con il direttore del carcere e lui mi ha spiegato che l’avevano controllato in cella alle 13,30, e Daniele stava bene. Poi, alle 17, l’avevano trovato morto. All’avvocato francese che ci assiste, è stato invece detto che, siccome Daniele non stava tanto bene, l’avevano portato in infermeria e gli avevano fatto l’elettrocardiogramma. Dato che il risultato era stato negativo, l’avevano riportato in cella. Ma mi chiedo: non era il caso di trattenerlo? Chiunque, anche un detenuto, ha diritto ad un’assistenza umana»



Italiano morto in carcere in Francia

La Stampa 31 agosto 2010
La Procura: "Nessuna violenza"
Daniele Franceschi, 31enne carpentiere di Viareggio
Forse un arresto cardiaco.
Ma la madre: cure negate.
Frattini: "Un perito della famiglia presenta all'esame"
NIZZA
Le risposte certe arriveranno domani, con l’autopsia. L’esame sul corpo di Daniele Franceschi, l’italiano di 36 anni morto il 25 agosto nel carcere di Grasse (Nizza), potrà dire se c’è stata violenza, prima di tutto. Un’ipotesi che, comunque, i magistrati francesi oggi hanno escluso. Da un sommario esame della salma non emergerebbe niente che lasci pensare a una causa del decesso diversa dall’infarto.

Franceschi, carpentiere viareggino, separato dalla moglie e padre di un bambino di 9 anni, era in carcere da cinque mesi con l’accusa di falsificazione e uso improprio di una carta di credito, usata in un casinò della Costa Azzurra. Dalla cella aveva scritto alla madre, dicendo di aver subito soprusi e maltrattamenti, anche legati al fatto di essere italiano. Le autorità francesi hanno sempre parlato di «collasso cardiocircolatorio». Ma la madre del giovane non è convinta. Non solo per quelle lettere, ma anche per i ritardi che ci sarebbero stati nell’avvertire la famiglia: il decesso è stato registrato alle 19.15 del 25 agosto; le autorità consolari italiane sono state informate la mattina del 26 alle 11.

L’attesa dell’autopsia si è allungata. Sembrava che l’esame fosse stato fissato per stamani, invece ci sarà domani. «Non ho capito se c’è stato uno slittamento - ha detto la madre - o se c’è stata solo un’incomprensione fra noi e le autorità francesi». Intanto, la procura di Grasse ha incaricato la polizia di interrogare gli agenti che hanno seguito Franceschi da quando è stato sottoposto nel mattino ad elettrocardiogramma fino alla sera, quando è stato trovato cianotico in cella. All’autopsia di domani dovrebbe partecipare anche un medico legale incaricato dalla famiglia Franceschi. «Per evitare qualsiasi fraintendimento - ha spiegato il console d’Italia a Nizza, Agostino Chiesa Alciator - il procuratore di Grasse ha incaricato due medici legali francesi di assistere all’autopsia. Su richiesta della famiglia ho chiesto di far intervenire anche un medico legale da loro indicato, insieme a un medico di fiducia del Consolato d’Italia. Sulla base delle decisioni che prenderà domani il procuratore, vedremo le modalità di incontro fra i due medici legali francesi e quelli di fiducia della famiglia e del Consolato».

Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha assicurato che il «Console a Nizza è, dal primo momento, in contatto con i familiari, anche perchè sia consentita la presenza di un perito di fiducia della famiglia all’esame autoptico». E ha risposto a un attacco dell’Idv che, per voce di Leoluca Orlando, lo ha definito «complice della morte» di Franceschi, parlando di «un vero e proprio nuovo caso Cucchi». Parole «spregevoli», ha replicato Frattini, pronunciate da chi «non perde occasione di mostrare la propria immagine indegna del ruolo di parlamentare». In attesa delle risposte dell’autopsia, la madre di Franceschi - a Nizza con alcuni parenti - si affida ai rappresentanti italiani a al proprio avvocato. «Per ora le autorità francesi non ci sono state troppo vicine», spiega prima di formulare un auspicio: «vorrei che questo grande dolore potesse servire a renderli più umani nei confronti degli italiani, che potesse servire a evitare che altri passino quello che ha passato mio figlio. Vorrei almeno questo».



La Farnesina segue da vicino l'autopsia di Franceschi

Rainews24 31 agosto 2010
Sulla vicenda di Davide Franceschi, il 31enne italiano deceduto nel carcere francese di Grasse, Franco Frattini non intende rispondere "alle spregevoli parole" di Leoluca Orlando. Poi, però, il ministro degli Esteri italiano sbotta: il deputato dell'Italia dei Valori, dice, "non perde occasione di mostrare la propria immagine indegna del ruolo di parlamentare, speculando sul dolore di una famiglia".


Sulla vicenda di Davide Franceschi, il 31enne italiano deceduto nel carcere francese di Grasse, Franco Frattini non intende rispondere "alle spregevoli parole" di Leoluca Orlando. Poi, però, il ministro degli Esteri italiano sbotta: il deputato dell'Italia dei Valori, dice, "non perde occasione di mostrare la propria immagine indegna del ruolo di parlamentare, speculando sul dolore di una famiglia".

Frattini complice
"Frattini è complice della morte, nel carcere francese di Grasse, del nostro connazionale Davide Franceschi", la sparata 'ad alzo zero' di Orlando - E' un vero e proprio nuovo caso Cucchi. Ci chiediamo a cosa serve un ministro degli Esteri, un ambasciatore a Parigi  e tutto il nostro apparato diplomatico, se lasciano morire un nostro connazionale all'estero, abbandonandolo a se stesso, senza fare nulla dopo diversi mesi di detenzione con ignobili maltrattamenti e nessuna assistenza medica. Il nostro governo e Frattini si occupano solo di festini di accoglienza a dittatori stranieri e di costosi festicciole all'estero ricche di volgari pacche sulle spalle ed escort internazionali", conclude Orlando.

I fatti
Franceschi, 31enne di Viareggio, era stato arrestato con l'accusa di falsificazione e uso improprio di carta di credito. E' deceduto in carcere lo scorso 25 agosto dopo aver denunciato alla famiglia di aver subito maltrattamenti. "L'autopsia del connazionale Davide Franceschi si svolgerà domani e il nostro Console a Nizza è, dal primo momento, in contatto con i familiari anche perché sia consentita la presenza di un perito di fiducia della famiglia all'esame autoptico", spiega Frattini.

"Comunico queste notizie - prosegue Frattini - per rispondere alla legittima esigenza dell`opinione pubblica di essere tenuta informata su una vicenda che ha destato non solo grande dolore ma anche forte preoccupazione nel nostro Paese".

I numeri
Sono 2.905 gli italiani detenuti all'estero: 1.842 (il 63,4%) i condannati, 1.063 (il 36,6%) quelli ancora in attesa di estradizione o di giudizio, come Daniele Franceschi. Il dato, fornito dal ministero degli Esteri, è aggiornato al 31 dicembre 2009.
A questa data, il maggior numero di reclusi (2.428, l'83,5% del totale: 1.502 condannati e 926 in attesa di giudizio o estradizione) si trova in carceri europee, 384 nelle Americhe, 55 in Asia e Oceania, 35 tra Mediterraneo e Medio Oriente, 3 nell'Africa sub-sahariana. In Europa, i Paesi che ospitano il maggior numero di nostri connazionali detenuti sono la Germania (1.079), la Spagna (458), la Francia (231, uno su tre in attesa di giudizio o di estradizione), il Belgio (202), il Regno Unito (192) e la Svizzera (131). Fuori d'Europa, i Paesi con il numero piu' elevato di detenuti italiani sono gli Stati Uniti (91), il Venezuela (66), il Peru' (58), il Brasile (54), la Colombia (30) e l'Australia (30).
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