A PROPOSITO DI GIUSTIZIALISMO
Luigi Manconi

1. Uno come me, nell’ascoltare la Grande Narrazione della Trattativa mafia-Stato, non può restare indifferente. L’effetto di suggestione che quel racconto trasmette è insinuante e seducente: difficile, dunque, resistergli. In Italia le teorie del complotto sono proiezioni paranoiche di una materia reale e fattuale più spessa e torbida di quanto lo sia in altri paesi.

2. Credo di aver capito, infine, perché Roberto Saviano scriva così bene e perché Marco Travaglio scriva così male. Sia chiaro: la scrittura di quest’ultimo ha un enorme successo e, dunque, piace, piace tantissimo. Innanzitutto perché è sommamente corriva, blandisce i più consolidati stereotipi e titilla quel senso comune che (sintetizzo brutalmente Antonio Gramsci) è la negazione del buon senso. Insomma, rassicura e conforta.

3. Non ho conosciuto abbastanza Loris D’Ambrosio per poterne parlare oggi in maniera adeguata.  Pochi contatti a proposito di alcune questioni complesse delle quali mi è capitato di dovermi occupare.  Ciò  che emergeva, anche nel corso di queste rare frequentazioni, era un tratto di assoluta discrezione e di massima riservatezza, tale da far apparire davvero incongrua l’immagine di un uomo che prevarica, deroga ai suoi compiti, invade competenze altrui (come qualcuno ha voluto far intendere).
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