Ferrara, video-choc su pestaggio in caserma
30 aprile 2010 la Repubblica
FERRARA - Nuovo pestaggio in una sede delle forze dell´ordine. Questa volta la scena è la caserma dei carabinieri di via del Campo a Ferrara. In un video, reso pubblico dall´associazione "A buon diritto" di Luigi Manconi, si vedono in momenti diversi due persone che cadono a terra, forse colpite, circondate da alcuni carabinieri in divisa; e un altro fermato nudo, poi avvolto in una coperta e portato via da personale di pronto soccorso. Manconi parla di un nuovo «caso di violenza all´interno di un caserma». Il video è nel fascicolo dell´inchiesta aperta dalla procura di Ferrara per lesioni contro un carabiniere e per resistenza a pubblico ufficiale contestata a quattro giovani. Il filmato riguarda i fatti accaduti il 24 febbraio scorso quando i quattro, dopo essere stati arrestati in stato di ebbrezza per resistenza a pubblico ufficiale, furono trattenuti per ore in caserma. «Ma uno dei fermati - spiega Manconi - ha subìto pesanti maltrattamenti e violenze e colpi inferti con manganello a opera di uno, e forse non solo uno, appartenente all´Arma. Le immagini, riprese da una telecamera di sorveglianza installata nei locali della caserma, sono impressionanti: un giovane uomo, ammanettato, totalmente inoffensivo e non in grado di difendersi, viene aggredito, colpito con lo sfollagente, buttato per terra. Proverà a rialzarsi per due volte e per due volte verrà colpito. Senza che alcuno gli presti soccorso». Manconi conclude: «Come le cronache dolorosamente riportano con frequenza crescente, dobbiamo dire che non si tratta affatto di un caso isolato». Sul caso la procura di Ferrara, pm Barbara Cavallo, ha subito aperto un´inchiesta, ordinato una perizia per pulire le immagini, e ora si dovrà determinare se vi siano responsabilità da parte dei militari (non solo l´unico già indagato). Processo per direttissima ai 4 "congelato" fino all´11 maggio in attesa degli sviluppi della nuova inchiesta.


L’accusa da un video. Il legale: militari aggrediti

Francesco Alberti
Corriere della Sera 30 aprile 2010
FERRARA — Scene da una caserma. Un ragazzo per terra con un carabiniere che lo tiene immobilizzato con le ginocchia. Un altro che viene affrontato da un milite con un manganello e, colpito due volte, cade, si rialza, urla. Un terzo, nudo, viene trascinato via dal personale sanitario. Immagini che rimbalzano da un video, registrato da una delle telecamere di sorveglianza della caserma, che hanno spinto la Procura di Ferrara ad aprire un’inchiesta: indagato per lesioni aggravate il carabiniere che impugnava il manganello, ma anche altri suoi colleghi potrebbero presto finire nel mirino della magistratura.

Brutta storia, che sta scaldando gli animi a Ferrara, dove ancora non è stato superato il trauma per la tragica morte nel 2005 del giovane Federico Aldrovandi, che portò alla condanna di quattro poliziotti per eccesso di difesa. Stavolta, per fortuna, le conseguenze sono più contenute. Ma volano comunque accuse pesanti. C’è chi parla di «pestaggio in caserma». E, come l’ex sottosegretario Luigi Manconi, presidente dell’associazione «A buon diritto», punta il dito contro l’Arma: «Sono immagini impressionanti, uno dei fermati ha subito pesanti maltrattamenti: non dimentichiamo mai che lo Stato ha il dovere di garantire l’incolumità delle persone fermate». Ma c’è anche chi offre una lettura diversa: «In quella stanzetta — afferma Alberto Bova, legale del carabiniere indagato— si era creato un clima da guerriglia». Il riferimento è all’atteggiamento aggressivo e all’elevato tasso alcolico dei 4 ragazzi (due ecuadoriani e due albanesi). Elementi che, ancor prima che si venisse a sapere del video, avevano spinto la Procura ad aprire un’inchiesta nei confronti dei giovani con l’accusa di lesioni a un carabiniere e resistenza a pubblico ufficiale.

È successo tutto in una notte, il 24 febbraio scorso. I quattro vengono intercettati in centro a Ferrara, mentre, pieni di birra, infastidiscono passanti e negozianti. A fatica, e solo dopo aver chiesto rinforzi, i carabinieri riescono a trascinarli nella caserma di via Del Campo. Qui, stando alla versione dei militi, i giovani danno in escandescenze. Uno di loro si toglie i vestiti, restando completamente nudo. Un altro si conficca una biro nell’avambraccio e, sanguinante, insegue un carabiniere, minacciando di infettarlo. La reazione dei militi, stando almeno al filmato, è piuttosto energica. «Direi decisamente spropositata — prosegue Manconi —: si vede un giovane, ammanettato e totalmente inoffensivo, che viene aggredito, colpito con lo sfollagente e buttato per terra». Ad identificare il carabiniere con il manganello è stato uno dei legali dei ragazzi, Barbara Simoni, che in passato aveva assistito il milite come parte civile sempre in processi per resistenza a pubblico ufficiale. A quel punto, il pm Barbara Cavallo ha ordinato il sequestro e la «pulizia» del filmato nella speranza di ricostruire l’intera dinamica.

Ferrara, immigrati pestati dai carabinieri in caserma: ora spunta un video choc

venerdì 30 aprile 2010 ilGiornale.it

Sul web e in tv, immagini del presunto pestaggio di quattro stranieri: buttati a terra, aggrediti in manette e colpiti con lo sfollagente all’interno di una caserma dell’Arma. IL VIDEO

Ferrara - Immagini concitate (e di scarsa qualità) che propongono alcune fasi del presunto pestaggio di alcuni giovani avvenuto in una caserma dei carabinieri di Ferrara, in via del Campo, è apparso ieri in serata su alcuni siti, annunciato da Luigi Manconi, presidente dell’associazione A Buon Diritto.

Nelle immagini si vedono, in momenti diversi, due persone che cadono a terra, forse colpite, circondate da alcuni carabinieri in divisa; e un altro fermato nudo, poi avvolto in una coperta e portato via da personale di pronto soccorso sanitario. Manconi parla di un nuovo «caso di violenza all’interno di un caserma».

Il video è nel fascicolo dell’inchiesta aperta dalla procura di Ferrara per lesioni contro un carabiniere e per resistenza a pubblico ufficiale contestata a quattro giovani. Il filmato riguarda i fatti accaduti il 24 febbraio scorso (e riferiti allora da mezzi di informazione) quando i quattro, dopo essere stati arrestati in stato di ebbrezza per resistenza a pubblico ufficiale, furono trattenuti per ore in caserma. «Ma uno dei fermati - spiega Manconi - ha subito pesanti maltrattamenti e violenze e colpi inferti con manganello a opera di uno, e forse non solo uno, appartenente all’Arma. Le immagini, riprese da una telecamera di sorveglianza installata nei locali della caserma, sono impressionanti: un giovane uomo, ammanettato, totalmente inoffensivo e non in grado di difendersi, è aggredito, colpito con lo sfollagente, buttato per terra. Proverà a rialzarsi per due volte e per due volte sarà colpito. Senza che alcuno gli presti soccorso. Si tratta, giova ricordarlo - sottolinea - di una persona affidata a un apparato dello Stato, all’interno di una caserma dello Stato, che ne deve garantire l’incolumità». Per concludere: «Come le cronache dolorosamente riportano con frequenza crescente, dobbiamo dire che non si tratta affatto di un caso isolato».

Sul caso la procura di Ferrara, pm Barbara Cavallo, ha subito aperto un’inchiesta, ordinato una perizia per pulire le immagini, e ora si dovrà determinare se vi siano responsabilità da parte dei militari (non solo l’unico già indagato) o se le loro azioni siano state innescate dalla resistenza dei giovani, trattenuti per tre ore, in un clima di tensione e di «guerriglia» causata da loro (uno si era denudato, uno si era ferito a un braccio e sanguinante rincorreva i carabinieri per infettarli) come aveva sottolineato Alberto Bova, legale del carabiniere indagato, che aveva aggiunto come il video non facesse trasparire nessun atto violento. Secondo quanto riferito a suo tempo da uno dei legali dei giovani, Barbara Simoni, nell’integrale del video a disposizione della magistratura si vedrebbe un carabiniere che con un manganello in mano prima carica il gesto e poi colpisce un ragazzo seduto e ammanettato. Quindi si vedono altri carabinieri, da identificare, in ginocchio su un altro ragazzo.

Il primo carabiniere, ora indagato per quel colpo di manganello, è stato riconosciuto dallo stesso legale, perché lo aveva assistito come parte civile in altri episodi di arresti per resistenza. Dopo aver visto il video e riconosciuto il militare indicandolo, ha scelto di assistere i ragazzi. L’avvocato Bova aveva sottolineato che tutto è avvenuto dopo che i quattro ragazzi fuori controllo avevano aggredito i carabinieri e provocato danni, ferendo gravemente cinque militari. Per i giovani, che risiedono nella provincia di Rovigo, è pendente in tribunale il processo per direttissima, fissato all’11 maggio in attesa degli sviluppi della nuova inchiesta.
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