Silvio Berlusconi
Il passato che non passa
Ubaldo Pacella
Un gesto di semplice dignità come quello del presidente del consiglio Mario Monti ha squarciato il velo sulla manovra, a lungo meditata da Silvio Berlusconi. La scena da commedia degli inganni, cui troppi guitti di turno si sono prestati, ha una gestazione ad orologeria: sfilarsi dal governo una settimana prima del pagamento,del saldo IMU, una sorta di mini patrimoniale che avvelena anche i piu ortodossi contribuenti con buona pace del compianto Tommaso Padoa Schioppa. Mossa facilmente prevedibile, perché nessun analista politico o cittadino avveduto avrebbe potuto pensare che una persona come Silvio Berlusconi avrebbe accettato di farsi da parte, men che mai perché cacciato a forza dalle cancellerie europee, per evitare non la bancarotta dell'Italia cui pochi tengono anche nel nostro sofferente Paese, bensì il naufragio della UE provocato dal default italiano.
La politica aveva provato a rianimarsi attraverso le primarie del PD, un indubbio successo di partecipazione, ricco di sviluppi, forse evocativo di qualche novità reale come di scenari meno polverosi e stantii come quelli che ci intristiscono da oltre venti anni, ed opla' una capriola del grande cabarettista manda tutto immediatamente nel dimenticatoio e apre una fase di assillante preoccupazione al Paese, gravida di inquietudine, aspra nelle soluzioni, qualunque esse si determinino con le prossime elezioni politiche.
Mi accingevo a commentare proprio le primarie vinte da Bersani, quando i fatti spazzano via ogni dialettica, relegano la riflessione nei cassetti, seppelliscono la filosofia con le necessita contingenti.
La sfida di Berlusconi, perché non si puo' parlare di ritorno essendo egli stato per un anno, con tutta evidenza il vero convitato di pietra, non e' politica, avviene contro l'Italia. Egli getta la maschera, ben oltre il triste cerone e i lifting che lo illividiscono, per dimostrare che ancora vanta un seguito, che pur da sconfitto sarà una spina del fianco di qualsiasi Governo, siano a che non otterrà qui privilegi che insegue da sempre, salvacondotti o risultati di cassa da spendere nei tribunali, come negli assetti Dell ' emittenza televisiva. L'Italia e gli italiani sono uno strumento o un fastidio per i suoi fini, mai che abbiano la dignità di essere considerati cittadini.
Il disprezzo arrogante dimostrato verso i tristi corifei del suo partito lo dimostra. Solo Gianni Letta e Fedele  Confalonieri sono al riparo da questo giudizio che egli dimostra in ogni gesto, tipico dei sultani orientali, cui si ispira con quel sordido harem oscurato nell' ultimo anno.
Una sfida mortale alla claudicante democrazia italiana, questo rappresenta oggi Berlusconi. Offrire il suo volto per la piu' becera scontata campagna grondante di populismo, anti europea, irridendo i dolorosi sacrifici fatti da milioni di lavoratori e di famiglie in questo anno, per contenere le nefandezze e le conseguenze del fallimento dei suoi governi e della politica economica di Tremonti, scaricando le responsabilità su Mario Monti e i ministri tecnici significa dare una veste ancorché logora a quella parte del Paese che ritiene possibile non onorare gli impegni, che rifugge le cambiali sottoscritte, al pari delle tasse che pur largamente evade, che illude cialtroni, imbelli, profittatori che si puo' continuare così a danno della stragrande maggioranza di cittadini onesti.
Si aggregherà nelle settimane di campagna elettorale una sentina di umori gaglioffi, capace di avvelenare un clima già drammatico come non mai. La caduta di Berlusconi a novembre evoca quella di un altro incitatore delle masse Benito Mussolini il 25 luglio del,' 43 poi venne la repubblica di Salo'. Oggi la roccaforte evocata da Berlusconi si ritaglia nello stesso paesaggio dal Garda, al lago Maggiore, sino alla laguna veneta. Ci aspettano giorni tormentati, ove la politica che con le primarie provava a rialzarsi dalla polvere del disgusto e dell'indifferenza gioca contro un effetto volutamente destabilizzante, contro l'estremo ricatto di un berlusconismo declinante e delirante. Nemmeno Berlusconi pensa di vincere la,partita politica, vuole essere decisivo in quella del ricatto e con questo regala a tutti noi altri anni di iniquità di vergogna, ci allontana da quella coerente dignità che e' il fulcro di ogni democrazia, ove la responsabilità trionfa rispetto agli interessi di parte, basta gettare uno sguardo verso gli Stati Uniti nei quali Obama riconfermato impone la sua agenda. Non siamo un Paese per uomini normali, ci tocca in sorta ancora di conquistare questa dignità.
10 dicembre 2012
Silvio Berlusconi
Il passato che non passa
Ubaldo Pacella
Un gesto di semplice dignità come quello del presidente del consiglio Mario Monti ha squarciato il velo sulla manovra, a lungo meditata da Silvio Berlusconi. La scena da commedia degli inganni, cui troppi guitti di turno si sono prestati, ha una gestazione ad orologeria: sfilarsi dal governo una settimana prima del pagamento,del saldo IMU, una sorta di mini patrimoniale che avvelena anche i piu ortodossi contribuenti con buona pace del compianto Tommaso Padoa Schioppa.
Mossa facilmente prevedibile, perché nessun analista politico o cittadino avveduto avrebbe potuto pensare che una persona come Silvio Berlusconi avrebbe accettato di farsi da parte, men che mai perché cacciato a forza dalle cancellerie europee, per evitare non la bancarotta dell'Italia cui pochi tengono anche nel nostro sofferente Paese, bensì il naufragio della UE provocato dal default italiano.
La politica aveva provato a rianimarsi attraverso le primarie del PD, un indubbio successo di partecipazione, ricco di sviluppi, forse evocativo di qualche novità reale come di scenari meno polverosi e stantii come quelli che ci intristiscono da oltre venti anni, ed opla' una capriola del grande cabarettista manda tutto immediatamente nel dimenticatoio e apre una fase di assillante preoccupazione al Paese, gravida di inquietudine, aspra nelle soluzioni, qualunque esse si determinino con le prossime elezioni politiche.
Mi accingevo a commentare proprio le primarie vinte da Bersani, quando i fatti spazzano via ogni dialettica, relegano la riflessione nei cassetti, seppelliscono la filosofia con le necessita contingenti.
La sfida di Berlusconi, perché non si puo' parlare di ritorno essendo egli stato per un anno, con tutta evidenza il vero convitato di pietra, non e' politica, avviene contro l'Italia. Egli getta la maschera, ben oltre il triste cerone e i lifting che lo illividiscono, per dimostrare che ancora vanta un seguito, che pur da sconfitto sarà una spina del fianco di qualsiasi Governo, siano a che non otterrà qui privilegi che insegue da sempre, salvacondotti o risultati di cassa da spendere nei tribunali, come negli assetti Dell ' emittenza televisiva. L'Italia e gli italiani sono uno strumento o un fastidio per i suoi fini, mai che abbiano la dignità di essere considerati cittadini.
Il disprezzo arrogante dimostrato verso i tristi corifei del suo partito lo dimostra. Solo Gianni Letta e Fedele  Confalonieri sono al riparo da questo giudizio che egli dimostra in ogni gesto, tipico dei sultani orientali, cui si ispira con quel sordido harem oscurato nell' ultimo anno.
Una sfida mortale alla claudicante democrazia italiana, questo rappresenta oggi Berlusconi. Offrire il suo volto per la piu' becera scontata campagna grondante di populismo, anti europea, irridendo i dolorosi sacrifici fatti da milioni di lavoratori e di famiglie in questo anno, per contenere le nefandezze e le conseguenze del fallimento dei suoi governi e della politica economica di Tremonti, scaricando le responsabilità su Mario Monti e i ministri tecnici significa dare una veste ancorché logora a quella parte del Paese che ritiene possibile non onorare gli impegni, che rifugge le cambiali sottoscritte, al pari delle tasse che pur largamente evade, che illude cialtroni, imbelli, profittatori che si puo' continuare così a danno della stragrande maggioranza di cittadini onesti.
Si aggregherà nelle settimane di campagna elettorale una sentina di umori gaglioffi, capace di avvelenare un clima già drammatico come non mai. La caduta di Berlusconi a novembre evoca quella di un altro incitatore delle masse Benito Mussolini il 25 luglio del,' 43 poi venne la repubblica di Salo'. Oggi la roccaforte evocata da Berlusconi si ritaglia nello stesso paesaggio dal Garda, al lago Maggiore, sino alla laguna veneta. Ci aspettano giorni tormentati, ove la politica che con le primarie provava a rialzarsi dalla polvere del disgusto e dell'indifferenza gioca contro un effetto volutamente destabilizzante, contro l'estremo ricatto di un berlusconismo declinante e delirante. Nemmeno Berlusconi pensa di vincere la,partita politica, vuole essere decisivo in quella del ricatto e con questo regala a tutti noi altri anni di iniquità di vergogna, ci allontana da quella coerente dignità che e' il fulcro di ogni democrazia, ove la responsabilità trionfa rispetto agli interessi di parte, basta gettare uno sguardo verso gli Stati Uniti nei quali Obama riconfermato impone la sua agenda. Non siamo un Paese per uomini normali, ci tocca in sorta ancora di conquistare questa dignità.
10 dicembre 2012
Share/Save/Bookmark
Commenti (0)
Commenta
I tuoi dettagli:
Commento:
Security
Inserisci il codice anti-spam che vedi nell'immagine.