ANSA/ Immigrazione:nuovo Sos Cie Roma,due lettere per Napolitano
Affidate a Manconi, chiedono annullamento legge 'Bossi-Fini'
   (ANSA) - ROMA, 1 GEN - Due lettere indirizzate al presidente
della Repubblica di Roma Giorgio Napolitano per chiedere
l'annullamento della legge Bossi-Fini sono state consegnate
dagli immigrati reclusi nel Cie di Ponte Galeria a Roma al
presidente della Commissione Diritti Umani del Senato Luigi
Manconi che oggi all'ora del pranzo ha visito il centro.
  Una delle lettere è firmata da 84 immigrati, tutti quelli
attualmente detenuti nel Cie, 26 donne e 58 uomini, ed un'altra
firmata soltanto dai 16 immigrati marocchini proveniente da
Lampedusa che la scorsa settimana hanno partecipato alla
protesta pacifica delle 'bocche cucite'. Dal Cie di Ponte
Galeria gli immigrati avevano scritto nei giorni scorsi anche
una lettera-appello al Papa lamentando soprattutto i tempi di
detenzione troppo lungi.
   "Egregio presidente iniziamo con il ringraziarla - scrivono i
16 -  per l'interesse che ha rivolto alla nostra situazione qui
al Cie di Ponte Galeria. Le chiediamo di aiutarci ad evitare il
nostro rimpatrio in Marocco perchè sarebbe per noi troppo
doloroso, dopo aver affrontato un viaggio cosi' difficile. Noi
abbiamo cercato di far arrivare la nostra manifestazione ai
mass-media in maniera pacifica e in questo modo finalmente
qualcuno si e' accorto della nostra problematica. Vorremmo che
lei potesse intervenire per velocizzare il cambiamento della
legge sull'immigrazione, sappiamo che noi qui dentro, ad oggi,
non potremmo usufruirle perchè i tempi per il cambiamento della
legge sono lunghi. Per cui le chiediamo almeno di aiutarci -
aggiungono - a regolarizzare la nostra permanenza in Italia.
Abbiamo viaggiato dal Marocco in Libia in cerca di una
situazione migliore, ma ci siamo trovati nella guerra e nella
povertà abbiamo affrontato il viaggio verso l'Italia sperando di
trovare fortuna ma abbiamo scampato la morte. Ora ci troviamo
qui rinchiusi senza speranze e per questo che le chiediamo  -
concludono la missiva - di aiutarci ad avere il diritto ad avere
una vita normale".  La lettera dei 16 si conclude con le firme e
il percorso fin qui da loro compiuto: Marocco, Libia, Lampedusa,
Caltanissetta e Roma.
   Nella lettera, firmata da tutti i reclusi del Cie, viene
chiesto "l'annullamento della legge Bossi-Fini: una legge che -
sostengono - obbliga le persone a rimanere sempre fuori legge,
perchè qualsiasi extracomunitario che ha avuto problemi con la
legge non può usufruire permesso di soggiorno e nessuno oggi
assume persone senza permesso di soggiorno". Manconi ha, tra gli
altri, incontrato una coppia di sposi tunisini fuggiti "per
amore" perchè i parenti di lei non accettano il matrimonio. "Mi
sono impegnato - ha detto Manconi - a far ottenere loro il
permesso di soggiorno per ragioni umanitarie, cosa prevista".
1 gennaio 2013
 
 
 
 
Cie, i rifugiati scrivono a Napolitano
"Cancellate la Bossi-Fini"
 A una settimana dalla protesta delle "bocche cucite", gli immigrati rinchiusi a Ponte Galeria hanno inviato una lettera al presidente della Repubblica. Le missive affidate al senatore Luigi Manconi
la Repubblica edizione Roma 2 gennaio 2014
Cie, i rifugiati scrivono a Napolitano "Cancellate la Bossi-Fini"Due lettere indirizzate al presidente della Repubblica di Roma Giorgio Napolitano per chiedere l'annullamento della legge Bossi-Fini sono state consegnate dagli immigrati reclusi nel Cie di Ponte Galeria a Roma al presidente della Commissione Diritti Umani del Senato Luigi Manconi che oggi all'ora del pranzo ha visito il centro. Una delle lettere è firmata da 84 immigrati, tutti quelli attualmente detenuti nel Cie, 26 donne e 58 uomini, ed un'altra firmata soltanto dai 16 immigrati marocchini proveniente da Lampedusa che la scorsa settimana hanno partecipato alla protesta pacifica delle 'bocche cucite'. Dal Cie di Ponte Galeria gli immigrati avevano scritto nei giorni scorsi anche una lettera-appello al Papa lamentando soprattutto i tempi di detenzione troppo lungi.
"Egregio presidente iniziamo con il ringraziarla - scrivono i 16 - per l'interesse che ha rivolto alla nostra situazione qui al Cie di Ponte Galeria. Le chiediamo di aiutarci ad evitare il nostro rimpatrio in Marocco perchè sarebbe per noi troppo doloroso, dopo aver affrontato un viaggio così difficile. Noi abbiamo cercato di far arrivare la nostra manifestazione ai mass-media in maniera pacifica e in questo modo finalmente qualcuno si è accorto della nostra problematica. Vorremmo che lei potesse intervenire per velocizzare il cambiamento della legge sull'immigrazione, sappiamo che noi qui dentro, ad oggi, non potremmo usufruirle perchè i tempi per il cambiamento della legge sono lunghi. Per cui le chiediamo almeno di aiutarci - aggiungono - a regolarizzare la nostra permanenza in Italia.
Abbiamo viaggiato dal Marocco in Libia in cerca di una situazione migliore, ma ci siamo trovati nella guerra e nella povertà abbiamo affrontato il viaggio verso l'Italia sperando di trovare fortuna ma abbiamo scampato la morte. Ora ci troviamo qui rinchiusi senza speranze e per questo che le chiediamo - concludono la missiva - di aiutarci ad avere il diritto ad avere una vita normale". La lettera dei 16 si conclude con le firme e il percorso fin qui da loro compiuto: Marocco, Libia, Lampedusa, Caltanissetta e Roma.
Nella lettera, firmata da tutti i reclusi del Cie, viene chiesto "l'annullamento della legge Bossi-Fini: una legge che - sostengono - obbliga le persone a rimanere sempre fuori legge, perchè qualsiasi extracomunitario che ha avuto problemi con la legge non può usufruire permesso di soggiorno e nessuno oggi assume persone senza permesso di soggiorno". Manconi ha, tra gli altri, incontrato una coppia di sposi tunisini fuggiti "per amore" perchè i parenti di lei non accettano il matrimonio. "Mi sono impegnato - ha detto Manconi - a far ottenere loro il permesso di soggiorno per ragioni umanitarie, cosa prevista".
 
 
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