Comunicato 25 marzo 2010
Ilaria Cucchi e Luigi Manconi:
“Abbiamo molto apprezzato il fatto che un gruppo di autorevoli socialisti (Luigi Covatta e redattori e collaboratori di MondOperaio) abbia chiesto alle due candidate alla presidenza della regione Lazio di cambiare il nome cui è intitolato attualmente l’ospedale Sandro Pertini. La motivazione è limpida e da noi interamente condivisa: Sandro Pertini “non merita che il suo nome venga in qualsiasi modo avvicinato a quello di un ospedale in cui un altro detenuto, Stefano Cucchi, è stato lasciato morire di fame e di sete”. E ancor più abbiamo apprezzato che, della storia di Pertini, si sia voluto ricordare anche la lunga detenzione. Forse, è davvero giusto raccogliere l’indicazione che, in proposito, viene da un quotidiano di opposta posizione politica e culturale, il Secolo d’Italia: intitolare quell’ospedale a una persona che vi ha trovato la morte per responsabilità di coloro che, per competenza professionale e giuramento deontologico, dovevano salvargli la vita. Intitolare l’ospedale a Stefano Cucchi, morto per violenza e omissione di soccorso, non significa porre sotto accusa lo Stato: significa, al contrario, ricordare quella che è la sua prima e fondamentale missione. Ovvero la protezione dell’incolumità di quanti si trovino sotto la sua tutela.”
Ilaria Cucchi sorella di Stefano
Luigi Manconi presidente di A Buon Diritto
Ilaria Cucchi e Luigi Manconi:
“Abbiamo molto apprezzato il fatto che un gruppo di autorevoli socialisti (Luigi Covatta e redattori e collaboratori di MondOperaio) abbia chiesto alle due candidate alla presidenza della regione Lazio di cambiare il nome cui è intitolato attualmente l’ospedale Sandro Pertini. La motivazione è limpida e da noi interamente condivisa: Sandro Pertini “non merita che il suo nome venga in qualsiasi modo avvicinato a quello di un ospedale in cui un altro detenuto, Stefano Cucchi, è stato lasciato morire di fame e di sete”. E ancor più abbiamo apprezzato che, della storia di Pertini, si sia voluto ricordare anche la lunga detenzione. Forse, è davvero giusto raccogliere l’indicazione che, in proposito, viene da un quotidiano di opposta posizione politica e culturale, il Secolo d’Italia: intitolare quell’ospedale a una persona che vi ha trovato la morte per responsabilità di coloro che, per competenza professionale e giuramento deontologico, dovevano salvargli la vita. Intitolare l’ospedale a Stefano Cucchi, morto per violenza e omissione di soccorso, non significa porre sotto accusa lo Stato: significa, al contrario, ricordare quella che è la sua prima e fondamentale missione. Ovvero la protezione dell’incolumità di quanti si trovino sotto la sua tutela.”
Ilaria Cucchi sorella di Stefano
Luigi Manconi presidente di A Buon Diritto