la Voce Repubblicana
05/10/2011
Lanfranco Palazzolo
Il mondo politico è ignorante di fronte alle valutazioni sui progressi della scienza. Questo risulta un grave limite. Lo ha detto alla “Voce Repubblicana” il sociologo Luigi Manconi.
Prof. Manconi, lo scorso fine settimana lei è intervenuto al congresso dell'Associazione Luca Coscioni. Ritiene che il quadro politico per le battaglie relative alla libertà di ricerca scientifica sia mutato?
“Per quanto riguarda l'Italia, credo che i guasti prodotti da un lungo ritorno dell' oscurantismo non saranno superati facilmente. Per ritorno dell'oscurantismo mi riferisco al fatto che nella politica governativa sulla ricerca scientifica hanno prevalso molti pregiudizi ideologici e le interdizioni antiscientifiche. il tennine oscurantista non è eccessivo. Vige la pretesa che ci sia un orientamento morale, per giunta derivato da quella che si considera la morale di maggioranza, di ispirazione schiettamente confessionale, conte discrimine tra ciò che è consentito e ciò che non lo è nella ricerca scientifica. Io ritengo giusto che la ricerca scientifica risponda a criteri etici, ma ritengo che questi criteri etici riguardino soprattutto la comunità scientifica. Ma questo discrimine non può assolutamente essere demandato ad un ministro, ad un'autorità politica“.
La politica riesce a comprendere e cogliere i cambiamenti e i progressi della scienza? Trova che i nostri partiti siano molto provinciali in questo tipo di valutazioni?
“Direi che c'è un'elementare ignoranza da parte dei mondo politico. Non dobbiamo dimenticare che gran parte del classe politica italiana ha sulle spalle studi di tipo umanistico. Sono legati ad una formazione liceale e talvolta universitaria, che solo raramente ha approfondito le questioni relative alla scienza. Questo ha lasciato ai margini il dibattito sulla scienza. Ecco perché molti politici si devono arrampicare sugli specchi di fronte a questo dibattito. Non credo che questo limite sia un limite esclusivo del nostro paese. Lo sviluppo della scienza è assai più rapido rispetto a qualsiasi corso di aggiornamento della classe politica italiana, di qualunque scuola politica che un partito voglia organizzare. E' un discorso che dovrebbe essere affrontato con umiltà”.
Il discredito generale nel quale è caduta la Chiesa cattolica aprirà degli squarci di libertà per la ricerca scientifica?
“Non credo che oggi la Chiesa si trovi in una condizione di generale discredito....".
Oggi vediamo tante contestazioni contro la Chiesa che un tempo erano inimmaginabili: in Croazia, Germania, Irlanda e Spagna... “Il giudizio è complesso. L'iniziativa pubblica della Chiesa ottiene comunque grandi consensi. La contestazione al Papa al Bundestag tedesco è contraddittoria. Tuttavia, il discorso del Papa a Berlino è stato comunque un grande successo”.
la Voce Repubblicana
05/10/2011
Lanfranco Palazzolo
Il mondo politico è ignorante di fronte alle valutazioni sui progressi della scienza. Questo risulta un grave limite. Lo ha detto alla “Voce Repubblicana” il sociologo Luigi Manconi.

Prof. Manconi, lo scorso fine settimana lei è intervenuto al congresso dell'Associazione Luca Coscioni. Ritiene che il quadro politico per le battaglie relative alla libertà di ricerca scientifica sia mutato?

“Per quanto riguarda l'Italia, credo che i guasti prodotti da un lungo ritorno dell' oscurantismo non saranno superati facilmente. Per ritorno dell'oscurantismo mi riferisco al fatto che nella politica governativa sulla ricerca scientifica hanno prevalso molti pregiudizi ideologici e le interdizioni antiscientifiche. il tennine oscurantista non è eccessivo. Vige la pretesa che ci sia un orientamento morale, per giunta derivato da quella che si considera la morale di maggioranza, di ispirazione schiettamente confessionale, conte discrimine tra ciò che è consentito e ciò che non lo è nella ricerca scientifica. Io ritengo giusto che la ricerca scientifica risponda a criteri etici, ma ritengo che questi criteri etici riguardino soprattutto la comunità scientifica. Ma questo discrimine non può assolutamente essere demandato ad un ministro, ad un'autorità politica“.

La politica riesce a comprendere e cogliere i cambiamenti e i progressi della scienza? Trova che i nostri partiti siano molto provinciali in questo tipo di valutazioni?

“Direi che c'è un'elementare ignoranza da parte dei mondo politico. Non dobbiamo dimenticare che gran parte del classe politica italiana ha sulle spalle studi di tipo umanistico. Sono legati ad una formazione liceale e talvolta universitaria, che solo raramente ha approfondito le questioni relative alla scienza. Questo ha lasciato ai margini il dibattito sulla scienza. Ecco perché molti politici si devono arrampicare sugli specchi di fronte a questo dibattito. Non credo che questo limite sia un limite esclusivo del nostro paese. Lo sviluppo della scienza è assai più rapido rispetto a qualsiasi corso di aggiornamento della classe politica italiana, di qualunque scuola politica che un partito voglia organizzare. E' un discorso che dovrebbe essere affrontato con umiltà”.

Il discredito generale nel quale è caduta la Chiesa cattolica aprirà degli squarci di libertà per la ricerca scientifica?

“Non credo che oggi la Chiesa si trovi in una condizione di generale discredito....".
Oggi vediamo tante contestazioni contro la Chiesa che un tempo erano inimmaginabili: in Croazia, Germania, Irlanda e Spagna... “Il giudizio è complesso. L'iniziativa pubblica della Chiesa ottiene comunque grandi consensi. La contestazione al Papa al Bundestag tedesco è contraddittoria. Tuttavia, il discorso del Papa a Berlino è stato comunque un grande successo”.
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