Gli indignati nel Paese estraneo
Francesco Piccoli
La sinistra italiana dà l’impressione di essere
ormai la parte più reazionaria del paese.
In pratica, ha cominciato a fare resistenza
al malcostume, alla degenerazione, e
pian piano questa è diventata la sua caratteristica
principale, che è tracimata anche sul costume,
su ogni forma di cambiamento, di accadimento.
Ha trasformato il “resistere, resistere, resistere”
in una tignosa resistenza a tutto. Che è
diventata senso di estraneità. Dà l’impressione,
al resto del paese, di giudicarlo male qualsiasi
cosa provi a fare; di essere scandalizzata, a volte
inorridita.
Alla sinistra italiana, nella sostanza, non piacciono
gli altri italiani. Non li ama. Sente di essere
un’oasi abitata dai migliori, nel mezzo di un paese
estraneo. Di conseguenza sente di non avere
nessuna responsabilità. Se l’essere umano di sinistra
sentisse una correità, non penserebbe di voler
andare a vivere in un altro paese, più degno di
averlo come cittadino.
Però, a quel paese che non le piace, che non
può amare, del quale non sente di far parte, e che
osserva inorridita ed estranea, chemette in soggezione
di continuo e al quale ricorda che se potesse
non ci conviverebbe mai, la sinistra italiana a
ogni elezione, è costretta a chiedere il voto. Vuole,
cioè, che quella parte di paese che disprezza, si
affidi alle sue cure. Ciò che puntualmente non avviene.
Epoiché non avviene, la sinistra italiana si indigna
di più, si estranea di più e ritiene di essere
ancor meno responsabile di questo paese di cui
non sente di far parte.?
l?unità 3 maggio 2010
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