Ottimismo rosa
Se ne possono fare, di coeve buone, in un anno.
Stefano Anastasia
Da vent’anni ormai, in epigrafe a uno dei migliori periodici italiani sta lì, immobile, una frase dell’Amleto di Shakespeare: “vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante se ne sognano nella vostra filosofia”. Ecco: alla domenica vai a votare e l’indomani scopri che vi sono più cose in cielo e in terra di quante te ne hanno raccontate tutti i sondaggisti e gli opinionisti in giro sulla carta stampata, in tv e nel web. Tutti lì a dar per morto Berlusconi e a fare i conti di quale maggioranza avrebbe potuto avere il Centro-Sinistra, con o senza Monti, e invece eccolo lì lo tsunami evocato da Beppe Grillo in giro per le piazze d’Italia: solo un artificio legislativo consegna al Centro-Sinistra un’ampia maggioranza alla Camera; per il resto, l’Italia per anni divisa in due ora si divide per tre, senza vincitori né vinti.
Altrove si dirà dello tsunami, delle sue cause e dei suoi effetti, di come sia montata quella marea e di cosa chiede. Intanto ci si affanna a trovare “la quadra”, come diceva un vecchio senatur travolto dai suoi stessi marchingegni. A chi ha la maggioranza in almeno una delle due camere la responsabilità di fare la prima mossa: pochi punti programmatici che potranno essere condivisi oppure no, come vogliono i nuovi rappresentanti della politica à la carte. A ciascuno, poi, la responsabilità di consentirla questa scelta sul menù, e dunque – innanzitutto – di garantire che il maître abbia la fiducia in entrambe le camere. Quindi si potrà discutere nel merito, a partire – perché no? – anche da quelle tre proposte di legge di iniziativa popolare, per la legalità nelle condizioni di detenzione, per la depenalizzazione del consumo di droghe, per l’introduzione del reato di tortura già sottoscritte da molti neo-parlamentari, anche del movimento pentastellare. Aggiungiamoci il riconoscimento della cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia che Bersani si proponeva di fare appena aperte le nuove camere. Se ci fossero queste tre-quattro cose, anche un solo anno di legislatura sarebbe un anno speso bene.
Ottimismo rosa
Se ne possono fare, di cose buone, in un anno.
Stefano Anastasia
Da vent’anni ormai, in epigrafe a uno dei migliori periodici italiani sta lì, immobile, una frase dell’Amleto di Shakespeare: “vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante se ne sognano nella vostra filosofia”. Ecco: alla domenica vai a votare e l’indomani scopri che vi sono più cose in cielo e in terra di quante te ne hanno raccontate tutti i sondaggisti e gli opinionisti in giro sulla carta stampata, in tv e nel web.
Tutti lì a dar per morto Berlusconi e a fare i conti di quale maggioranza avrebbe potuto avere il Centro-Sinistra, con o senza Monti, e invece eccolo lì lo tsunami evocato da Beppe Grillo in giro per le piazze d’Italia: solo un artificio legislativo consegna al Centro-Sinistra un’ampia maggioranza alla Camera; per il resto, l’Italia per anni divisa in due ora si divide per tre, senza vincitori né vinti.
Altrove si dirà dello tsunami, delle sue cause e dei suoi effetti, di come sia montata quella marea e di cosa chiede. Intanto ci si affanna a trovare “la quadra”, come diceva un vecchio senatur travolto dai suoi stessi marchingegni. A chi ha la maggioranza in almeno una delle due camere la responsabilità di fare la prima mossa: pochi punti programmatici che potranno essere condivisi oppure no, come vogliono i nuovi rappresentanti della politica à la carte. A ciascuno, poi, la responsabilità di consentirla questa scelta sul menù, e dunque – innanzitutto – di garantire che il maître abbia la fiducia in entrambe le camere. Quindi si potrà discutere nel merito, a partire – perché no? – anche da quelle tre proposte di legge di iniziativa popolare, per la legalità nelle condizioni di detenzione, per la depenalizzazione del consumo di droghe, per l’introduzione del reato di tortura già sottoscritte da molti neo-parlamentari, anche del movimento pentastellare. Aggiungiamoci il riconoscimento della cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia che Bersani si proponeva di fare appena aperte le nuove camere. Se ci fossero queste tre-quattro cose, anche un solo anno di legislatura sarebbe un anno speso bene.
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