Luigi Manconi
La sera del 14 ottobre intorno alle ore 23 è morto Graziano Scialpi.
Aveva 48 anni ed era detenuto da tempo nella casa di reclusione di Padova dove collaborava come disegnatore alla rivista "RistrettiOrizzonti". Suo era il personaggio di Dado, protagonista di quelle strisce. Da un anno circa, Scialpi, accusava dolori diffusi che dallo scorso novembre erano diventati intollerabili. I medici hanno sempre minimizzato e  per un anno non hanno ritenuto opportuno sottoporlo a risonanza magnetica. Qualche mese fa Scialpi ha iniziato ad orinare con difficoltà, problema attribuito a "disturbi dell'età" da uno dei sanitari. La notte del 23 agosto si è ritrovato paralizzato. La mattina successiva è stato portato all’ospedale sulla sedia a rotelle e con le manette ai polsi.  E' stato operato immediatamente, essendo stato riscontrato un carcinoma che dal polmone aveva ormai invaso spina dorsale, midollo, ossa, cervello. Si è spento l’altra sera nell’ospedale civile di Padova.
Graziano Scialpi è il 136esimo detenuto morto nel corso del 2010, nel sistema penitenziario italiano, per cause che vengono definite – non so se più per ottusità o per crudeltà – “naturali”. Nello stesso periodo 54 sono stati i suicidi all’interno della popolazione detenuta.
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Commenti (2)
  • ferdinando parigi  - Il responsabile della morte di Graziano Scialpi
    Il primo responsabile della morte infame che ha fatto Graziano Scialpi è il Dirigente Sanitario del Carcere di Padova. Questo figuro, fin dalle prime richieste di visita medica di Scialpi, lo ha bollato come simulatore e in quanto tale non meritevole di cure mediche.
    Per un anno Graziano ha fatto presente il suo stato di salute, invano. Invito tutti ad ascoltare la drammatica intervista telefonica che Graziano ha rilasciato a Radio Radicale e che è reperibile nel sito di quest'ultima.
  • annalisa dallan
    uno stato veramente civile si riconosce dai suoi carceri e non è concepibile che le persone vi muoiano come se fossimo nel medio evo. sono indignata per ciò che sento; e solo la punta dell'aisberg arriva a noi, cittadini (di serie c...poichè non abbiamo i soldi con cui garantirci l'impunità)
    annalisa dallan
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