“Oggi Rosarno è l’unica città al mondo interamente bianca. Nemmeno il Sud Africa dell’Apartheid aveva ottenuto un tale risultato. Ora, la domanda da porre è: chi raccoglierà le arance? Immaginiamo che, a farlo – e, come si dice, per dare un messaggio al paese – saranno i ministri Calderoli e Maroni. Le responsabilità di quest’ultimo sono gravissime: le sue parole (“se si è arrivati a questo è perché c’è stata troppa tolleranza”) suonano indecenti. Proprio così: prive di qualunque forma di decenza, politica ma anche morale. Mai, nella storia dell’Italia repubblicana, si era assistito a un simile rovesciamento della realtà dei fatti: le vittime ovvero gli immigrati, costretti all’irregolarità, ridotti a schiavi, soggetti a una disciplina feroce e a punizioni crudeli, sottoposti a un regime servile, fatti bersaglio di aggressioni e fucilate, sono stati presentati come i responsabili della situazione. In questa cupa vicenda il razzismo c’entra, eccome, ma è una componente di quella organizzazione criminale del lavoro manuale, gestita dalla ‘ndrangheta e accettata dallo Stato e dalle istituzioni locali. Il ministro dell’Interno usa parole tonitruanti contro le cosche, ma poi accusa le vittime di quelle stesse cosche, le deporta, le espelle. Infine, viene da chiedere: ma dov’è la classe politica di centro sinistra? Perché non corre in Calabria? Perché le confederazioni sindacali non fanno della “questione Rosarno” una questione nazionale? Il primo marzo, in alcuni paesi europei, si svolgeranno iniziative a tutela del lavoro immigrato. Che cosa si aspetta a fare altrettanto in Italia?”