Immigrazione, meno criminalità le aziende non conoscono crisi
In sei In sei anni la loro presenza è cresciuta di circa il 200%. Hanno un'età media di 31 anni, la metà è donna, 7 ragazzini su 10 sono nati in Italia. Quasi 300mila i residenti solo a Roma. Calano i reati non legati all'immigrazione, aumentano le ditte intestate agli stranieri. I dati del rapporto dell'Osservatorio romano sull'immigrazione

Provengono soprattutto da Romania, Filippine, Polonia e Bangladesh, sono costantemente in crescita sia nella capitale sia nel Lazio (circa il 200% dal 2002 al 2008), hanno un'età media di 31 anni, la metà è donna, 7 ragazzini su 10 sono nati in Italia e anche in periodo di crisi gli stranieri sono riusciti ad aumentare il numero delle aziende. Inoltre, tolti i reati contro la normativa su ingresso e soggiorno, gli immigrati hanno un tasso di criminalità quasi uguale a quello degli italiani (anzi, nel 2008 in provincia di Roma la criminalità è diminuita del 15,3% nonostante la popolazione straniera residente sia aumentata). Resta però il problema della casa e una percentuale di infortuni sul lavoro in crescita, contrariamente all'andamento generale. Sono i risultati che emergono dal sesto rapporto dell'Osservatorio romano sulle migrazioni promosso da Caritas diocesana, Camera di commercio e provincia di Roma (dati aggiornati all'1 gennaio 2009) e presentato oggi nell'auditorium di via Rieti.

I residenti
Sono 366.360 i cittadini stranieri, di origine comunitaria e non, residenti nell'hinterland romano (293.948 nel solo comune di Roma, con più di 24 mila persone rispetto al 2007): la loro incidenza è dell'8,9% (media nazionale 6,5%) su una popolazione provinciale di 4.110.035 abitanti. Notevole è la presenza femminile, che si attesta sul 53,8% contro la media nazionale del 50,8%. Altri 9.912 cittadini stranieri si sono stabiliti a Rieti, 19.144 a Frosinone, 23.843 a Viterbo e 30.892 a Latina, per un totale di 450.151 immigrati nel Lazio e con un'incidenza dell'8% sull'intera popolazione della regione. A questa realtà, la provincia di Roma ha messo a disposizione 4,8 milioni di euro per il sostegno di nuovi progetti. Il tempo di permanenza degli stranieri in Italia supera in molti casi i 10 anni. La cittadinanza la acquistano quindi e soprattutto per residenza (il 24,2% del totale), per matrimonio (10.684 quelli misti nel 2008) e per maggiore età. Guardando ai minori (71.170 in provincia di Roma, pari al 19,4% della popolazione, cui se ne aggiungono altri 17.006 residenti nelle restanti province), nel 2008 i nuovi nati da genitori stranieri sono stati 5.290 nell'hinterland romano e 6.581 nella regione.


Il lavoro
Anche in periodo di crisi gli immigrati che vivono nella capitale, a differenza di quanto avvenuto tra gli italiani, sono riusciti ad aumentare sia il numero delle aziende straniere sia il numero degli occupati (18.000 in più). A fine 2008, infatti, i lavoratori immigrati hanno inciso per il 9,7% sull'occupazione complessiva, rispetto a una media italiana del 7,5%. In tutto gli immigrati occupati nella provincia di Roma sono 165.437 e tra di essi le donne incidono per il 49,7% (una percentuale che non contempla però badanti e colf ancora irregolari). Vanno forte soprattutto il settore edile e quello della collaborazione familiare, i mestieri dimenticati e il commercio, oltretutto rivitalizzando le zone in decadenza come l'Esquilino, il Pigneto e Torpignattara. Quanto all'area dei disoccupati, nel 2008 i cittadini stranieri in cerca di lavoro sono stati 17.400 (8.000 in più rispetto all'anno precedente) e hanno inciso per il 13,5% sui senza lavoro. Il tasso di disoccupazione si è attestato sul 9,5%, oltre tre punti percentuali in più rispetto al 2007. E tra gli immigrati che fanno lavori non qualificati, sono operai o hanno frequentato un corso di italiano, la scolarità è alta. Ma è il fenomeno infortunistico a richiamare l'attenzione per la sua gravità. Nel 2008 ci sono stati 5.594 lavoratori stranieri infortunati (nel 2007 erano 5.170), di cui 18 mortali, con una incidenza del 9,7% sulle denunce complessive e un aumento che contrasta con l'andamento generale.

La scuola e l'università
Una buona parte dei minori residenti è iscritto a scuola: 61.549 nel Lazio (7,5%, mezzo punto in più rispetto alla media italiana), 48.648 nella provincia di Roma (di cui 31.626 Nella capitale) e 12.901 nelle altre province. Non va poi dimenticata la formazione professionale, dove l'incidenza dei ragazzi stranieri raggiunge il 18%. Un'altra faccia della capitale è quella universitaria. Nell'anno accademico 2008-2009 hanno studiato nei tre atenei pubblici di Roma oltre 7.000 studenti stranieri. La loro incidenza sul totale degli iscritti è del 3,5%, a fronte del 7% riscontrato mediamente in Europa. Tra i paesi di origine prevale l'Albania (uno studente ogni quattro iscritti stranieri), mentre le donne coprono il 64,7% delle iscrizioni. Le facoltà più frequentate sono medicina (21,4%), lettere e filosofia (15%), ingegneria (10%) ed economia (9,2%).

L'aiuto umanitario
A Roma vi sono anche circa 8.000 stranieri soggiornanti per protezione (rifugiati, richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale). Nel 2008 sono state accolte 1.435 persone, in prevalenza uomini provenienti da Afghanistan, Eritrea e Guinea, e altre 3.436 sono in attesa di essere accolte.
(04 febbraio 2010) La Repubblica
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