Lavoro ai Fianchi è anche un libro

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Il Maestrale, riedizione 2010


Roma, marzo 1978. Un commissario di polizia nato a Sassari e residente da anni in “continente”, Luigi Longo (omonimo dell’ultimo segretario del Pci prima di Enrico Berlinguer), commette un reato nei locali della questura. Un giovane scompare e i familiari temono sia stato sequestrato; alcune persone muoiono in circostanze imprevedibili. Vicinissimi a tutto ciò si svolgono intanto gli eventi e le tragedie del terrorismo. Il caso del giovane scomparso viene affidato a Longo e le indagini lo porteranno lontano, al seguito di false piste e delle sue molte ossessioni. Vediamo così Luigi Longo, vedovo di mezz’età con figlio diciottenne, aggirarsi, per dieci lunghi giorni, tra Roma e la Sardegna. Muovendosi ai fianchi della politica (e della “politica armata”),  disinteressato a essa perché lontana e ostile, ma costretto ad attraversarla dalle circostanze e dal caso, il commissario conduce testardamente la sua indagine. Una indagine che è insieme ricerca di indizi e angosciosa autoanalisi, e che vede il poliziotto «lavorato ai fianchi », a sua volta, dal rimorso per la colpa commessa e da nemici misteriosi che lo aggrediscono alle spalle, e da una rete criminale che gli si stringe lentamente intorno. Il ritmo della narrazione è quello, incalzante, di chi racconta per capire da quale  momento in poi le cose siano precipitate in modo irreversibile. Un giallo avvincente ma anche politico, una vicenda che incrocia episodi cruciali di quegli anni, come il “caso Moro”.

Marco Lombardo-Radice (Roma 1949- Pieve di Cadore 1989), laureato in medicina con specializzazione in neuropsichiatria infantile, allievo di Giovanni Bollea, ricoprì ancora giovanissimo il ruolo di direttore del reparto adolescenti presso l’Istituto di neuropsichiatria infantile di Roma.  Nel 1984 fonda l’Associazione per il sostegno e il trattamento di minori con problemi psicologici e psichiatrici. Tra i suoi testi scientifici si ricordano: Fra ragione e passione: cura e costrizione nel trattamento psichiatrico dei minori, Crisi ed emergenza: il senso dell'intervento,  Sul concetto di crisi in età evolutiva (con A. Giannotti e C. Saccu), Adolescence and Perversions (con M. Grasso). Accanto a questa produzione specialistica, si dedica a opere di narrativa:   Porci con le ali (con Lidia Ravera, Savelli 1976), L’ultimo uomo (a cura di, Savelli 1977),  Cucillo se ne va. Viaggio per parole e immagini nel paese dell'ultima rivolta (Savelli 1978) . Con Luigi Manconi cura la pubblicazione del libro Memorie. Dalla clandestinità un terrorista non pentito racconta, scritto da “Giorgio” (Savelli 1981); sempre con Luigi Manconi scrive  Lavoro ai fianchi (Mondadori 1980). Alcuni dei suoi scritti sono stati raccolti postumi nel volume Una concretissima utopia (Linea d’Ombra 1991) cui si è ispirata Francesca Archibugi per il film Il grande cocomero (1993).

Luigi Manconi (Sassari 1948) insegna Sociologia dei fenomeni politici presso l’Università Iulm di Milano ed è presidente di ‘A Buon Diritto’. È stato portavoce nazionale dei Verdi, senatore per due legislature e sottosegretario di Stato alla Giustizia nel 2° governo Prodi. Editorialista dei principali quotidiani nazionali, ha pubblicato tra l’altro: Solidarietà, egoismo. Buone azioni, movimenti incerti, nuovi conflitti (Il Mulino 1990), I razzismi possibili e i razzismi reali (con Laura Balbo, Feltrinelli 1990 e 1992), Storie di lotta armata (con Raimondo Catanzaro, Il Mulino 1995), Il dolore e la politica (con Andrea Boraschi, Bruno Mondadori 2006), Terroristi italiani. Le Brigate Rosse e la guerra totale 1970-2008 (Rizzoli, 2008), Un’anima per il Pd. La sinistra e le passioni tristi (Nutrimenti, 2009). Di prossima pubblicazione per Il Saggiatore: La musica è leggera. Saggio autobiografico sul sentimental kitsch .  È membro dell’assemblea nazionale del Partito democratico e della direzione dell'associazione Luca Coscioni e di Nessuno Tocchi Caino.
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