L'addio di Bocelli al suo poeta "Vivrà nelle canzoni"
Bordero
«S u questa terra io sento il pianto e il fumo dov'è l'amore, se c'è mai stato amore». È una strofa di Tu ci sei, scritta da Lucio Quarantotto, il grande paroliere che martedì ha aperto la finestra della sua casa mestrina e si è lanciato nel vuoto. Non basta la depressione, di cui soffriva da tempo, per spiegare i motivi di quel gesto. «Ed è inutile cercarlo nei testi delle sue canzoni, si rischierebbe solo un'interpretazione arbitraria di ciò che Lucio provava», dice al Corriere del Veneto Andrea Bocelli, uno degli interpreti che hanno saputo trasformare in successi internazionali le composizioni di Quarantotto.
«Tu ci sei sembra una preghiera - spiega - e di fronte a questa morte tutti coloro che, come me, credono in Dio, non possono far altro che affidare proprio alla preghiera il ricordo di chi se n'è andato».
Quello tra il paroliere veneziano e uno degli interpreti italiani più famosi al mondo (ma Quarantotto ha collaborato anche con artisti come Battiato e Caselli) è un rapporto costruito quasi esclusivamente sulla musica. «È strana, a volte, la vita. Cantavo le sue canzoni ma mi rendo conto che Lucio lo conoscevo poco. Ricordo una chiacchierata in sala d'incisione, qualche anno fa, ma non ci siamo frequentati. E questo, in un certo senso, accresce il mio dolore».
Tu ci sei, Canto della Terra, Immenso, sono alcuni dei brani scritti da Quarantotto assieme all'amico e compositore Francesco Sartori. E, su tutte, l'opera più famosa, il capolavoro di una vita: quella Con te partirò capace di vendere milioni di copie in tutto il mondo.
«All'epoca - ricorda Bocelli - Lucio collaborava con Caterina Caselli. Fu lei a propormi quella canzone bellissima ma profonda ed enigmatica. Non ero molto convinto. Ero alla ricerca di un'opera da portare a Sanremo, nell'edizione del 1995, ed ero scettico: il festival è come una gara sui cento metri, le canzoni devono avere un impatto immediato sul pubblico. Invece Con te partirò è un'opera complessa, per capirla occorre riascoltata più volte».
Bocelli aveva ragione: a Sanremo non arrivò oltre il quarto posto. Ma in seguito il successo fu straordinario. «È una canzone dotata di uno spessore senza tempo, non invecchia. È un classico».
Ora resta l'amarezza per la tragica fine di Quarantotto. «Mi ha avvertito Sartori, poche ore dopo il fatto. È un gesto che fa riflettere e che mi lascia sgomento. È il gesto di una persona che soffre. A consolare la famiglia di Lucio, forse, può essere la consapevolezza che lui continuerà a vivere attraverso le sue canzoni. Ha composto delle opere che resteranno per sempre e che, in qualche modo, lo rendono immortale. Le sue canzoni sono in tutto il mondo: da 17 anni, ovunque io vada, le persone cantano Con te partirò. E tutto questo non può morire».
Domani, a Mestre, si celebrerà il funerale. Nella biografia pubblicata sul suo sito internet, il paroliere mestrino faceva sapere ai suoi fan che «è in preparazione un nuovo lp il cui titolo provvisorio è Alla fine di un concerto rock». L'amico Francesco Sartori ha collaborato alla realizzazione dei brani. «Esistono delle registrazioni, ma era tutto in fase embrionale», spiega il compositore. Cosa accadrà di quei testi inediti non è ancora chiaro. «Spero solo che non vadano dimenticati, perchè perdere la memoria di un artista è un delitto», dice.
Corriere del Veneto 2 agosto 2012
L'addio di Bocelli al suo poeta "Vivrà nelle canzoni"
Bordero
«S u questa terra io sento il pianto e il fumo dov'è l'amore, se c'è mai stato amore». È una strofa di Tu ci sei, scritta da Lucio Quarantotto, il grande paroliere che martedì ha aperto la finestra della sua casa mestrina e si è lanciato nel vuoto. Non basta la depressione, di cui soffriva da tempo, per spiegare i motivi di quel gesto. «Ed è inutile cercarlo nei testi delle sue canzoni, si rischierebbe solo un'interpretazione arbitraria di ciò che Lucio provava», dice al Corriere del Veneto Andrea Bocelli, uno degli interpreti che hanno saputo trasformare in successi internazionali le composizioni di Quarantotto.
«Tu ci sei sembra una preghiera - spiega - e di fronte a questa morte tutti coloro che, come me, credono in Dio, non possono far altro che affidare proprio alla preghiera il ricordo di chi se n'è andato».
Quello tra il paroliere veneziano e uno degli interpreti italiani più famosi al mondo (ma Quarantotto ha collaborato anche con artisti come Battiato e Caselli) è un rapporto costruito quasi esclusivamente sulla musica. «È strana, a volte, la vita. Cantavo le sue canzoni ma mi rendo conto che Lucio lo conoscevo poco. Ricordo una chiacchierata in sala d'incisione, qualche anno fa, ma non ci siamo frequentati. E questo, in un certo senso, accresce il mio dolore».
Tu ci sei, Canto della Terra, Immenso, sono alcuni dei brani scritti da Quarantotto assieme all'amico e compositore Francesco Sartori. E, su tutte, l'opera più famosa, il capolavoro di una vita: quella Con te partirò capace di vendere milioni di copie in tutto il mondo.
«All'epoca - ricorda Bocelli - Lucio collaborava con Caterina Caselli. Fu lei a propormi quella canzone bellissima ma profonda ed enigmatica. Non ero molto convinto. Ero alla ricerca di un'opera da portare a Sanremo, nell'edizione del 1995, ed ero scettico: il festival è come una gara sui cento metri, le canzoni devono avere un impatto immediato sul pubblico. Invece Con te partirò è un'opera complessa, per capirla occorre riascoltata più volte».
Bocelli aveva ragione: a Sanremo non arrivò oltre il quarto posto. Ma in seguito il successo fu straordinario. «È una canzone dotata di uno spessore senza tempo, non invecchia. È un classico».
Ora resta l'amarezza per la tragica fine di Quarantotto. «Mi ha avvertito Sartori, poche ore dopo il fatto. È un gesto che fa riflettere e che mi lascia sgomento. È il gesto di una persona che soffre. A consolare la famiglia di Lucio, forse, può essere la consapevolezza che lui continuerà a vivere attraverso le sue canzoni. Ha composto delle opere che resteranno per sempre e che, in qualche modo, lo rendono immortale. Le sue canzoni sono in tutto il mondo: da 17 anni, ovunque io vada, le persone cantano Con te partirò. E tutto questo non può morire».
Domani, a Mestre, si celebrerà il funerale. Nella biografia pubblicata sul suo sito internet, il paroliere mestrino faceva sapere ai suoi fan che «è in preparazione un nuovo lp il cui titolo provvisorio è Alla fine di un concerto rock». L'amico Francesco Sartori ha collaborato alla realizzazione dei brani. «Esistono delle registrazioni, ma era tutto in fase embrionale», spiega il compositore. Cosa accadrà di quei testi inediti non è ancora chiaro. «Spero solo che non vadano dimenticati, perchè perdere la memoria di un artista è un delitto», dice.
Corriere del Veneto 2 agosto 2012
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