Per la sovranità
su di sè e sul proprio corpo: un consenso davvero informato
Viviamo
in un’epoca che vede crescere, in modo irresistibile, l’aspirazione
dell’individuo all'autodeterminazione e, insieme, la potenza
delle biotecnologie, capaci di intervenire sulla "materia vivente":
e, dunque, sui tempi e sulle forme della nascita e della malattia,
della sofferenza e della morte.
Di fronte agli straordinari progressi della scienza medica e delle
biotecnologie, si evidenzia l’arretratezza dell’apparato
culturale di cui disponiamo. E ciò rende più difficile
rispondere a domande che, fino a ieri, sembravano elementari. Innanzitutto:
cos’è la morte?
Si è creduto, per millenni, che essa corrispondesse all’interruzione
del battito del cuore, ma oggi sappiamo che il cuore può
continuare a battere anche quando è sopravvenuta la morte
cerebrale; e sappiamo che si può sopravvivere per dieci o
vent’anni in stato vegetativo permanente. Sappiamo, in sostanza,
che – grazie a macchine sofisticate – la persistenza
della vita non corrisponde sempre all’esistenza di una persona,
dotata di intelligenza e di volontà: e capace di rapporto
e di comunicazione.
Ne consegue che il confine tra cura doverosa e accanimento terapeutico
è sottilissimo e può essere tracciato solo con difficoltà.
Lo sviluppo della scienza medica consente di "tenere in vita"
i corpi malati ben oltre i termini e i tempi finora conosciuti (si
pensi ai "miracoli" della rianimazione). Da qui discendono
interrogativi ineludibili: è opportuno fissare un limite
a questo "protrarre la vita"? e qual è il ruolo
della volontà individuale - del titolare del corpo malato
- nell'indicare quel limite?
In Italia, nel codice deontologico dei medici e nella stessa pastorale
della Chiesa cattolica, l'ostinazione terapeutica viene esclusa,
ma il discrimine tra volontà di cura e accanimento non è
facilmente individuabile e sfugge, spesso, alla capacità
di conoscenza e di controllo del diretto interessato: il paziente.
Da qui la proposta del cosiddetto Testamento biologico o Testamento
di vita. Esso consiste in una dichiarazione anticipata di volontà:
un atto formale, che consenta a ciascuno, finché si trova
nel possesso delle sue facoltà mentali, di dare disposizioni
riguardo ai futuri trattamenti sanitari per il tempo nel quale tali
facoltà fossero gravemente ridotte o annullate; disposizioni
vincolanti per gli operatori sanitari e, in generale, per ogni soggetto
che si trovi implicato nelle scelte mediche riguardanti la persona;
disposizioni vincolanti che, tuttavia, non siano in contrasto con
la deontologia professionale del medico e con le realistiche previsioni
di cura, fondate su nuove scoperte scientifiche. Un atto che può
essere revocato dal firmatario in qualsiasi momento e che può
prevedere l’indicazione di una persona di fiducia, alla quale
affidare scelte che l’interessato non è più
in grado di assumere. Evidentemente, con il Testamento biologico
si possono intendere cose assai diverse: dal solo rifiuto dell'accanimento
terapeutico o di determinate terapie alla richiesta di interruzione
delle cure in caso di grave patologia. Tutte rimandano a questioni
come la consapevolezza del singolo e l'autodeterminazione individuale:
tutte tendono a ridurre la soggezione e la solitudine del paziente
e a incentivarne la capacità di conoscenza di sé,
dei propri bisogni e dei propri limiti.
Spetta all’individuo consapevole – dunque, costantemente
informato e messo a conoscenza delle possibili alternative - valutare
costi e benefici di scelte assai ardue: e che sono meritevoli di
tutela anche giuridica. Il Testamento biologico può contribuire
a offrire tale tutela: per evitare che il corpo e lo spirito siano
sfigurati dal dolore, umiliati dalla perdita di coscienza, devastati
dal decadimento dell’organismo e della mente.
Consapevoli di questo – in assenza di una normativa in materia
e per sollecitarne l’approvazione – noi sottoscriviamo
il nostro Testamento di vita: una Biocard, da affidare a un notaio,
che ne garantisca l’autenticità e ne curi l’osservanza.
Ecco le adesioni
al documento.
Per aderire: abuondiritto@abuondiritto.it
Potete
scaricare un possibile modello
di biocard elaborato dalla Consulta di Bioetica in formato pdf,
80kb.
(leggibile con il software gratuito Adobe
Acrobat Reader)
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