Testamento Biologico, la Politica davanti al dolore.

La recensione dell'Ansa

(ANSA) - ROMA, 6 LUG - La politica davanti al dolore in tempi in cui "lo sviluppo della scienza medica consente di tener in vita i corpi malati ben oltre i termini e i tempi finora conosciuti". Gira intorno a questo tema il libro "Il dolore e la politica - Accanimento terapeutico, testamento biologico, libertà di cura" di Andrea Boraschi e Luigi Manconi con contributi di Enzo Campelli, Ignazio Marino, Stefano Rodotà, Enza Lucia Vaccaro. Il libro edito da Bruno Mondadori, pp. 200, euro 13, ripercorre il dibattito pubblico sulle questioni di fine vita che si sono imposte all'opinione pubblica dopo la vicenda di Piergiorgio Welby e riporta un'indagine condotta lo scorso anno a Roma tra medici ospedalieri. Hanno risposto al questionario 266 medici tra il settembre 2005 e il marzo 2006. Il 26% dei medici intervistati afferma che l'accelerazione di un decesso sia praticata di routine, mentre ben il 60% ritiene che con pazienti con prognosi infausta a breve scadenza non si possa parlare di eutanasia. Ma è sorprendente che il 42% degli intervistati confessi di avere un basso grado si conoscenza dell'argomento anche se gli intervistati sono stati selezionati tra oncologi e anestesisti, categorie che più delle altre hanno a che fare con malati terminali. Il 32% ritiene che con il Testamento biologico si rischierebbe di interferire con l'autonomia e il potere del medico, e che comunque il medico potrebbe incorrere in problemi legali; il 20% teme che il medico venga esautorato dalle sue funzioni di responsabilità, mentre il 38% teme il contrasto con le proprie convinzioni religiose e morali e il rischio di scivolare verso l'eutanasia. (ANSA).

Data: 22 Giugno, 2007