Il dolore e la politica

Corriere della Sera, 11/07/2007

La Costituzione parla chiaro: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge». E infatti accade che dei malati rifiutino le cure o ne ottengano la sospensione perché non si sentono più in grado di sopportarne le conseguenze, anche se ciò abbrevia la durata della loro vita. Ma resta e si aggrava, a causa del progresso tecnologico, il problema di coloro che, in stato d'incoscienza o di ridotta facoltà di giudizio, vengono sottoposti a interventi medici molto invasivi, che provocano sofferenze inutili e strazianti, oppure mantenuti a tempo indeterminato in una condizione senza speranza, impossibilitati a decidere della propria sorte.
Ne deriva un'evidente lesione del diritto all'autodeterminazione, su cui insistono Andrea Boraschi e Luigi Manconi nel libro Il dolore e la politica (Bruno Mondadori, pp. 200, e 13). Alla denuncia si accompagna la proposta di un rimedio collaudato all'estero: introdurre un «testamento biologico» con cui il cittadino possa stabilire preliminarmente quali cure gli debbano o non gli debbano essere prestate nel caso in cui venga a trovarsi nell'incapacità, parziale o totale, d'intendere e di volere, nominando un fiduciario che garantisca l'esecuzione delle sue volontà.
L'ipotesi fa discutere i medici, come dimostra l'inchiesta di Ezio Campelli ed Enza Lucia Vaccaro i cui risultati sono esposti nel volume. E a livello politico incontra notevoli remore, ispirate soprattutto da «una concezione pedagogico- paternalistica del ruolo dello Stato», oggi tornata in voga. Si parla così in astratto di «fine naturale» della vita, quando è evidente che la medicina è un prodotto «artificiale » dell'ingegno umano. Si rifiuta di considerare parte dell'accanimento terapeutico l'alimentazione somministrata con una sonda inserita nello stomaco. Si chiede di negare forza vincolante al testamento biologico, inficiandone così il valore.
Stefano Rodotà, in un saggio incluso nel volume, riconduce le difficoltà alla «lotta per l'egemonia culturale» ingaggiata dalla Chiesa, per la quale la vita non appartiene all'individuo. Ma la contrapposizione tra laici e cattolici vale solo in parte. A favore del testamento biologico è schierato infatti il medico credente Ignazio Marino, che nel libro sottolinea come negli Usa il rispetto della volontà del paziente sia la regola indiscussa. Non per nulla l'America è la patria dei diritti umani, mentre l'Italia è la culla dello Stato etico.

Antonio Carioti

Il libro di Boraschi e Manconi «Il dolore e la politica» sarà presentato a Roma domani, alle 19, nel Giardino di Casa delle letterature (p.za dell'Orologio 3) da Furio Colombo, Maria Antonietta Coscioni e Mario Riccio.