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Buon Diritto nasce nel giugno del 2001 allo scopo di promuovere
alcune questioni di grande rilievo pubblico, relative all'esercizio
di diritti riconosciuti dal nostro ordinamento, ma non adeguatamente
tutelati; o il cui riconoscimento viene messo in mora o contrastato
o ritardato nei fatti. L’ Associazione opera per diffondere
presso l’opinione pubblica tali questioni e per contribuire
a proiettarle sulla sfera politico-parlamentare, al fine di perseguire
effetti sul piano degli orientamenti collettivi e su quello dell’attività
normativa. Quella che segue è una sintetica esemplificazione
degli scopi perseguiti:
Libertà
religiosa
il diritto di professare la propria confessione religiosa e di vedere
riconosciute e regolamentate - anche per legge sulla base di intese
con le relative rappresentanze (articolo 8 della Costituzione) -
le attività di culto e di organizzazione e le conseguenti
forme di vita (riti, pratiche alimentari, festività). E ciò
nella prospettiva di uno Stato che sia davvero casa comune, in grado
di offrire a quanti risiedano nel suo territorio - cittadini italiani
e cittadini stranieri - pari opportunità per coltivare i
propri valori e affermare i propri diritti, nel rispetto dell'ordinamento
giuridico italiano.
Libertà
personale
le garanzie per la tutela della libertà personale all'interno
degli istituti di pena, al fine di istituire un nuovo soggetto (il
difensore civico), in grado di verificare le condizioni di detenzione
– così che rispondano ai principi costituzionali di
"umanità" e di "rieducazione" - e di
garantire una effettiva terzietà nella tutela della persona
detenuta;
Libertà
terapeutica
l'esercizio della libertà terapeutica come espressione della
sovranità dell'individuo sul proprio corpo: il diritto, dunque,
a scegliere il tipo di cura ritenuto più adeguato al proprio
organismo e alla propria infermità. Pensiamo alla questione
dell’accanimento terapeutico e alle terapie contro il dolore;
e pensiamo alla possibilità che ogni persona sia protagonista
delle scelte riguardanti la propria salute: e sia messa in grado
di accettare così come rifiutare – “consenso
informato” – l’intervento medico e ciò
che comporta, attraverso l’istituto della dichiarazione anticipata
di volontà (“testamento biologico”).
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