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Powell: "Sul Medio Oriente conferenza di pace in estate"

L'iniziativa sul Medio Oriente annunciata dopo un incontro a Washington tra Bush, Prodi e Aznar

articolo - mondo - - La Repubblica - - Guerra e Pace

[03/05/02] WASHINGTON - Dopo settimane di tensioni sotterranee e battute polemiche sul Medio Oriente, un summit di tre ore alla Casa Bianca tra George Bush, José Maria Aznar e Romano Prodi è riuscito a rimettere in carreggiata la collaborazione diplomatica tra le due sponde dell'Atlantico e a fissare mete comuni. A cominciare da una conferenza internazionale per la pace in Medio Oriente che si terrà in Europa all'inizio dell'estate. "Stati Uniti ed Unione Europea condividono l'obiettivo di due stati, Palestina e Israele, capaci di vivere uno accanto all'altro in condizioni di pace e sicurezza", ha detto Bush, a conclusione del vertice con il presidente di turno dell'Unione europea (il premier spagnolo Aznar) e con il presidente della commissione (Prodi). Bush ha insistito sull'importanza del "quartetto", come viene chiamato il gruppo di lavoro sul Medio Oriente formato da Stati Uniti, Unione Europa, Russia, Onu. E ieri stesso il "quartetto" si è riunito al dipartimento di Stato, alla presenza anche di Colin Powell, Kofi Annan e del ministro degli Esteri russo Igor Ivanov, per esaminare la situazione dopo la fine dell'assedio di Yasser Arafat e per avviare la conferenza internazionale sul Medio Oriente. Non sarà un cammino facile. "I tempi stringono", come ha ripetuto Prodi. Ma Bush appare ottimista: "Vedo la bottiglia mezza piena", ha detto ieri. E i leader europei sono d'accordo, specie se gli Stati Uniti ammorbidiranno la gestione unilaterale della crisi medio-orientale: mettendo al lavoro il "quartetto", contando sull'aiuto (anche economico) dell'Ue e facendo affidamento sui paesi arabi moderati. Certo, la leadership di Washington continuerà a essere indispensabile: e ieri Bush ha confermato di volerla esercitare. Ha infatti usato parole molto ferme nei confronti dei due interlocutori medio-orientali. Ad Arafat ha chiesto, ora che ne ha la possibilità, di dimostrare il suo ruolo-guida, schierandosi con i fatti, e non solo le parole, contro il terrorismo. Bush ha anche detto a Sharon, che sta per arrivare a Washington, che non condivide le dichiarazioni minacciose del premier israeliano sulla libertà di movimento di Arafat. Meglio farebbe - Israele - a ritirarsi dalla Cisgiordania e a riflettere su come arrivare alla pace. L'incontro Bush-Aznar-Prodi di ieri faceva parte dei tradizionali summit tra Europa e Stati Uniti. Nel passato erano sempre dominati da temi commerciali: anche ieri se ne è parlato, con riferimento alla "guerra dell'acciaio" scoppiata dopo la decisione di Washington di istituire tariffe protettive e il rischio di contro-ritorsioni europee. Ma in realtà le problematiche economiche sono passate questa volta in secondo piano. Ad Aznar e a Prodi interessava soprattutto discutere di Medio Oriente e di terrorismo (è stata rafforzata la collaborazione giudiziaria), oltre che illustrare le sfide della "nuova Europa", euro, allargamento riforme istituzionali. A dispetto delle previsioni, "il vertice non si è risolto in un duello", ha detto con tono scherzoso Aznar, che oggi andrà con Bush nella tenuta presidenziale di Camp David. Persino sulla questione dell'acciaio le due parti hanno deciso di continuare a negoziare. Secondo Prodi, "il summit ha anche confermato che la collaborazione tra Stati Uniti ed Europa è in grado di creare un mondo migliore: lo si è visto al vertice di Monterrey sullo sviluppo sostenibile, sulle questioni dei Blacani e dell'Afghanistan". E lo si vedrà - almeno questa è la speranza del "quartetto" - anche nella conferenza internazionale per la pace in Medio Oriente.


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