"Pianosa o l'Asinara per accogliere i palestinesi"
La proposta di Castelli in Consiglio dei ministri. Sopralluoghi sulle isole: i penitenziari sono chiusi.
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[10/05/02] Berlusconi resta perplesso: "Come possiamo ricevere i terroristi e lasciarli liberi?"
ROMA - Alla fine, dunque, sarà la comunità internazionale tutta insieme a farsi carico dei tredici palestinesi della basilica della Natività. L[b4]Italia dovrà accoglierne uno o al massimo due. Una difficile soluzione, frutto delle resistenze della nostra diplomazia di fronte all[b4]incessante pressing degli Usa, e dell[b4]iniziativa assunta dall[b4]Unione Europea. Una soluzione arrivata al termine di una giornata fitta di contatti e colloqui. E che si era aperta ancora all[b4]insegna del muro contro muro.
"Come possiamo accogliere dei palestinesi accusati di gravi reati di terrorismo i quali, non essendo stati né processati né condannati, da noi sarebbero inevitabilmente liberi?", si chiede Silvio Berlusconi. "Non è un caso se tutti i paesi in Europa li rifiutano: nessuno può incarcerare quegli uomini oppure riconoscergli il diritto di asilo dopo aver visto il loro curriculum". Il premier parla in un[b4]intervista a Panorama, anticipata dal settimanale a metà mattina. Ma il medesimo ragionamento il capo del governo, in quelle stesse ore, lo ripete durante il Consiglio dei ministri.
Il ministro Buttiglione riassume i termini della questione. "Dobbiamo avere la certezza dello status giuridico dei palestinesi", spiega. "E il protocollo di intesa che hanno raggiunto le parti non è chiarissimo su questo punto. Vengono per essere processati? In tal caso dobbiamo avere un[b4]accusa e delle prove. Vengono come dei rifugiati politici? E allora devono sapere che noi applicheremo lo statuto dei rifugiati. Vogliamo contribuire al processo di pace ma all[b4]interno di principi di chiarezza. E su questo punto in Consiglio dei ministri siamo stati tutti d[b4]accordo". Tutti d[b4]accordo, stavolta è proprio vero: i tredici palestinesi sono un problema dell[b4]Europa, l[b4]Italia non può e non intende farsene carico da sola.
Il discorso, chiaramente, sarebbe diverso se, come poi di fatto è accaduto, ci venisse chiesto di accoglierne uno o due insieme agli altri paesi europei. Ed è a questo punto che interviene il ministro Castelli, spiegando di aver già attivato gli uffici per preparare un piano. L[b4]ipotesi cui si sta lavorando, rivela il guardasigilli, punta a confinarli in un luogo ad "alta sicurezza". Si pensa a due isole - Pianosa (mille ettari nell[b4]arcipelago toscano, ventisei chilometri di costa e un muro di cinta di ottocento metri) e l[b4]Asinara (cinquanta chilometri quadrati di terra delimitati da cento chilometri di coste, a nord della Sardegna) - oggi non più penitenziari ma tutt[b4]ora ben isolate e protette. Più tardi, in serata, Castelli diffonde una nota per smentire di averne mai parlato, più di un collega però conferma.
In realtà, il luogo finale dipenderà dallo status dei palestinesi che arriveranno in Italia. Se su di loro pendono mandati di arresto internazionale, verranno necessariamente rinchiusi in strutture penitenziarie. Se fossero liberi da richieste di arresto, invece, si potrebbe pure valutare la disponibilità già offerta nei giorni scorsi dal Sermig di Torino. Luoghi come Pianosa e l[b4]Asinara, per la loro particolarità, hanno il grande vantaggio che andrebbero bene in entrambi i casi, ed è per questo che sarebbero già partiti i sopralluoghi, mentre al Viminale si lavora agli aspetti, delicatissimi, della sicurezza.
Nel corso del pomeriggio Berlusconi parla al telefono con il segretario di stato Colin Powell, con il responsabile della politica estera Ue, Javier Solana, e con il ministro degli Esteri spagnolo, Josep Piquè. A sera, la decisione di suddividere gli esuli fra Europa e Canada. "Un conto è accettarne un paio", conferma Gustavo Selva, presidente della commissione Esteri della Camera, "tutt[b4]altra cosa sarebbe stato doversi far carico di tutti. L[b4]Italia non poteva diventare una piccola Cayenna".
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