Sì
della Chiesa al testamento biologico.
(ANSA) - ROMA, 2 FEB - La Chiesa dice si' al 'testamento in vita'
o 'living WILL', ovvero la possibilita' di decidere preventivamente
quale dovra' essere il trattamento medico da subire, o non subire,
e di nominare una persona di fiducia che possa decidere a proprio
nome. E' l'indicazione data dal Cardinale Francesco Pompedda, uno
dei maggiori giuristi della Curia romana, intervenuto alla trasmissione
radiofonica 'Il medico delle leggi' su RAI Gr Parlamento. ''Il giudizio
complessivo sul testamento in vita e' positivo sotto l'aspetto giuridico-logico
ed e' anche apprezzabile nel contenuto etico-religioso - ha affermato
l'alto prelato, gia' Prefetto della Signatura Apostolica e Decano
della Sacra Rota Romana - e mi pare che coincida pienamente con
il catechismo della Chiesa cattolica e confacente con la dottrina
della Chiesa''. Secondo Pompedda, ''questo testamento di vita in
previsione dell'incapacita' del soggetto a decidere, ci dice che
esso deve servire per determinare la volonta' del paziente in caso
di sua malattia e anche in caso di morte. Questo - ha precisato
- corrisponde a un principio fondamentale di ogni diritto umano,
cioe' che ogni individuo deve poter autodeterminarsi per il trattamento
sanitario da subire''. Il Cardinale ha, inoltre, sottolineato che
''la possibilita' di disporre del trattamento sanitario che uno
presceglie deve essere alla portata di tutti''. Alla trasmissione
e' intervenuto anche il presidente della Commissione Sanita' di
Palazzo Madama e primo firmatario del disegno di legge volto ad
introdurre il 'living WILL' anche in Italia, Antonio Tomassini:
Il testamento in vita, attualmente all' esame del Senato, ''non
va confuso - ha ricordato - con l' eutanasia, ma e' il rispetto
delle volonta' di autodeterminazione dell'individuo anche contro
l'accanimento terapeutico. E' un percorso che puo' trovare d'accordo
laici e cattolici''. Ha invece auspicato una semplificazione delle
procedure ''per consentire che il testamento biologico sia accessibile
anche ai meno abbienti'' il professor Maurizio Mori, della Consulta
di bioetica e docente di bioetica all'universita' di Torino. Da
qui la sua proposta che i notai adempiano gratuitamente a questo
''atto di umanita'''. Attualmente, il 'testamento in vita' e' legge
negli Stati Uniti (dove e' stato sottoscritto dal 15% delle persone)
e, per quanto riguarda l'Europa, in Danimarca, Olanda e Belgio.
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