Archivio
19/07/05 |
Un errore chiamato Cpt
Luigi Manconi - L'Unità
Ma proprio ora? Proprio mentre si diffonde - sottile e insinuante - l’allarme nei confronti della popolazione straniera, indicata da alcuni come “l’acqua” dove nuoterebbe (indisturbato, se non protetto) il “terrorista islamista”? Proprio mentre si richiedono “misure severe” e addirittura “leggi straordinarie” e qualche esponente punkabbestia della maggioranza invoca lo “stato di guerra”: esattamente in queste stesse ore, vogliamo mettere in discussione i Centri di permanenza temporanea per “stranieri espellendi”? |
05/07/05 |
La tirannia degli umori più cupi
Andrea Boraschi, Luigi Manconi - L'Unità
Una stramaledetta coincidenza ha fatto sì che - nello spazio di alcuni giorni - venissero denunciati tre episodi di violenza sessuale a opera di stranieri e ai danni di giovani donne italiane. Sia chiaro: è una di quelle “disgrazie” contro cui poco, pochissimo si può fare. Le grandi correnti dell'opinione pubblica - che fatti di quella natura sollecitano e orientano - non sono certo imbrigliabili e controllabili: tanto meno con strumenti poveri come il buonsenso. E, tuttavia, arrendersi alla tirannia degli umori più cupi, è profondamente sbagliato. |
04/07/05 |
Carceri, l´universo che esplode
- La Repubblica
A giugno le presenze hanno sfiorato quota sessantamila: un record. Gli stranieri ormai sono un terzo del totale Celle strapiene, droga e pestaggi così le carceri rischiano il crac. "Ma la vera emergenza è il boom di detenuti extracomunitari". Il sistema ha subito una metamorfosi E il vecchio ordine è andato in frantumi. Il 30 per cento è tossicodipendente, un altro 30 per cento di origini straniere. Rispetto alla capienza stabilita i 205 istituti di pena italiani ospitano 17 mila persone in più |
17/06/05 |
Fare di tutta l'erba un fascio
Andrea Boraschi, Luigi Manconi - L'Unità
Quando si dice “fare di tutta l'erba un fascio”: il motto popolare si attaglia perfettamente al dibattito pubblico sul consumo di marijuana. E dagli Stati Uniti ci viene l'ennesima, paradigmatica conferma di questa tendenza. La Corte Suprema, con sei voti favorevoli e tre contrari, ha deciso di vietare l'uso dei derivati della cannnabis per fini terapeutici. La risoluzione riguarda il caso di due donne californiane: Diane Monson, malata di cancro al cervello, e Angel Raich, sofferente di una malattia degenerativa della spina dorsale. Nell'agosto del 2002, gli agenti federali avevano sequestrato a entrambe alcune piantine di marijuana, coltivate nel cortile di casa e usate per attenuare le sofferenze derivanti dalle rispettive patologie.
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17/05/05 |
Carceri modello Malaysia
Andrea Boraschi, Luigi Manconi - L'Unità
Per una volta, che sia “promemoria per la destra”, a partire da una interessante notizia di pochi giorni fa. Un lancio dell'Ansa del 12 maggio ci informa di come in Malaysia - in Malaysia! - il governo - quel governo! - stia finalmente prendendo sul serio il problema dell'affollamento delle carceri. Il ministro dell'Interno, Noh Omar, ha dichiarato alle agenzie di stampa che sono allo studio misure alternative alla detenzione, al fine di contenere la crescita esponenziale del numero dei detenuti.
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04/05/05 |
Suicidi in carcere, le cifre crudeli
Andrea Boraschi, Luigi Manconi - L'Unità
«Il 24 marzo 2004, nel carcere di Opera, si è tolto la vita un detenuto paraplegico, costretto su una sedia a rotelle, Andrea Mazzariello». Inizia così l'interrogazione, presentata all'epoca dai parlamentari Augusto Battaglia e Luigi Giacco, che poi prosegue: «il Mazzariello, pochi giorni prima, aveva manifestato al proprio legale la sua disperazione (...) per non essere curato adeguatamente per la malattia di cui soffriva, una stenosi del canale midollare che gli procurava forti dolori. Non gli veniva somministrata la morfina e cercavano di sostituirla con altri farmaci contro il dolore, che gli provocavano ulteriori forti sofferenze. Il Mazzariello, prima di rientrare in carcere per la condanna definitiva, aveva chiesto gli arresti domiciliari per motivi di salute, ma gli erano stati negati. |
18/04/05 |
Il confine di quello che chiamiamo vita
Andrea Boraschi, Luigi Manconi - L'Unità
La vicenda di Terri Schiavo è diventata - per responsabilità di tutti e senza vera colpa di alcuno - una “vertenza pubblica”. Che, come tutte le vertenze, ha sollevato polemiche e conflitti e ha interpellato le coscienze e le menti. Tutto ciò, sia ben chiaro, può essere letto - prescindendo per un attimo dalla vicenda umana che ne è all'origine - in termini positivi. È un bene che nel discorso pubblico trovino spazio temi di profondo spessore etico e che ci si soffermi a riflettere su ciò che sta rapidamente cambiando e che condiziona ogni risvolto intimo e sociale della nostra esistenza: il confine tra la vita e la morte. |
04/04/05 |
Castelli e il Mercato della Cura Coatta
Andrea Boraschi, Luigi Manconi - L'Unità
Domani si inaugura ufficialmente, in Italia, il mercato della cura coatta: si inaugura, cioè, la nuova struttura di Castelfranco Emilia per il recupero di detenuti tossicodipendenti "condannati a pene detentive che non permettono l'assegnazione alla comunità", secondo le parole del Guardasigilli, Roberto Castelli. Sarà una struttura "a custodia attenuata", gestita insieme (non si sa ancora con quale ripartizione di ruoli e competenze) dal pubblico e dal privato: nella fattispecie, dal ministero della Giustizia e da quella holding dell'assistenza che è San Patrignano: un modello di intervento e recupero che risulta in perfetta sintonia con le politiche del centrodestra in materia di tossicodipendenze.
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09/03/05 |
Bisogna fermare i suicidi in carcere
Luigi Manconi - Il Mattino
Che direste di un padre di famiglia che ha visto crollare la propria casa per una scossa dell’ottavo grado della scala Mercalli, la moglie scappare con uno stilista giapponese, i figli diventare tutti - ma proprio tutti! - concorrenti del programma di Maria De Filippi: che direste, appunto, se dopo tutto questo ambaradan dichiarasse: "Sono sereno"?
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22/02/05 |
La sicurezza sociale non sempre è «civile»
Andrea Boraschi, Luigi Manconi - L'Unità
C'è una contraddizione insuperabile tra bisogno di sicurezza e tutela della privacy? Porsi questa domanda, oggi, significa ragionare su una linea sottile, che - senza retorica alcuna - è un confine di libertà. Da un lato, il diritto alla sicurezza, all'incolumità, alla protezione: la possibilità di vivere, lavorare, intrattenere relazioni sociali in ambienti dove il nostro corpo, la nostra persona e i nostri beni non debbano e non possano essere minacciati da condotte criminali. Dall'altro lato, la capacità/possibilità dell'individuo di sottrarsi a forme di controllo improprie, autoritarie, lesive della sua dignità e invasive della sua sfera personale. |
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