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De Lorenzo: l’indultino? Un pasticcio, ma io non chiedo scorciatoie

« Il problema non è il sovraffollamento ma la scarsa funzionalità dei servizi »

articolo - italia - - - Corriere della Sera - Enzo d'Errico - Diritti e Giustizia

[06/02/03]

NAPOLI — Non ho mai chiesto, né chiederò mai, scorciatoie per la mia vicenda giudiziaria. Aspetto soltanto il verdetto della Corte di Strasburgo che, attraverso la condanna dell’Italia, mi restituirà dignità dopo l’ingiusta sentenza che ho subìto » . Insomma, a Francesco De Lorenzo, 64 anni, interessa poco o nulla dell’indultino.L’ex ministro della Sanità negli ultimi due governi di Giulio Andreotti e nel primo governo di Giuliano Amato deve scontare ancora un anno e mezzo di pena, ma è già fuori dal carcere in affidamento ai servizi sociali. Associazione a delinquere, corruzione, illecito finanziamento dei partiti ed emissione di fatture false sono le accuse che gli vennero contestate all’arresto, il 12 maggio del 1994.« Su 107 imputati dello stesso reato, dieci anni dopo l’avvio delle indagini, sono l’unico condannato in via definitiva — dice — .Ho accettato la galera nonostante fossi malato di cancro, figuriamoci cosa mi può importare di un provvedimento che sa tanto di pasticcio all’italiana » . Pasticcio? E perché? « Glielo spiego subito: siamo dinanzi a una parziale sanatoria dei tanti diritti che vengono negati ai detenuti, nulla di più. E, peraltro, con un obiettivo sbagliato » . Vale a dire? « Il problema delle carceri non è il sovraffollamento, ma la scarsa funzionalità dei servizi essenziali. Parlo di medici, psicologi, assistenti sociali, giudici di sorveglianza: gli organici attuali andrebbero bene per 35 mila detenuti, non per i 57 mila attuali » . Ammetterà, però, che stare in dodici dentro una cella... « E’ un inferno, certo. Ma ancora più insopportabile è assistere inerme alla negazione dei tuoi diritti. Perché nessuno dice, ad esempio, che i benefici di legge vengono applicati soltanto al quattro per cento dei detenuti in grado di usufruirne? Capita spesso che i tribunali di sorveglianza, non avendo personale a sufficienza, concedano misure alternative a chi è già fuori. Questo significa che una parte consistente della popolazione carceraria è dietro le sbarre illegalmente. Altro che indultino... » . Enzo d’Errico


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