Dopo indulto e indultino Pisapia propone di discutere una legge che cancella i reati «anacronistici»: propaganda sovversiva, apologia antinazionale, vilipendio e offese alle istituzioni
articolo - locale - - - L'Unità - Federica Fantozzi - Diritti e Giustizia
[29/12/02] ROMA Dopo il testo sull’indultino,
Giuliano Pisapia intende sottoporre
all’esame della Commissione giustizia
di Montecitorio appena riprenderanno
i lavori parlamentari un’altra
proposta di legge. Stavolta si tratta di
depenalizzare o eliminare del tutto i
reati di opinione. Dal vecchio codice
Rocco sparirebbero così reati «anacronistici
» quali disfattismo politico,
propaganda e apologia antinazionale
e sovversiva, vilipendio e offesa alle
istituzioni. Prevista anche una riduzione
della rilevanza penale per l’associazione
sovversiva e la cospirazione
politica.
Accusando «l’inerzia del governo
», l’avvocato e parlamentare di Rifondazione
spiega: su questo tema
«dopo gli arresti di Cosenza e le sempre
più numerose denunce nei confronti
dell’antagonismo politico e sociale,
si sono levate proteste da parte
di tutti gli schieramenti politici, è ora
di passare dalle parole ai fatti».
Secondo Pisapia infatti solo attraverso
la Commissione prima e l’aula
parlamentare poi «sarà possibile
afrontare seriamente il tema dell’eliminazione
dal nostro ordinamento
di reati risalenti al periodo fascista
che mal si conciliano con i principi
costituzionali e che non hanno più
motivo di sopravvivere in un Paese
democratico». Osserva: «Nel nostro
ordinamento vi è una stridente contraddizione:
da un lato si riconosce e
si tutela, a livello costituzionale, la
libertà di opinione, di espressione
del proprio pensiero e di manifestazione;
dall’altro sopravvivono norme
e reati anacronistici, puniti con
pene particolarmente gravi, connessi
all’esercizio di tali diritti. È evidentemente
un retaggio di un sistema teso
a impedire con la repressione giudiziaria
il dissenso».
Pisapia sottolinea anche che
«malgrado i proclami della Lega e di
altre forze politiche l’unica proposta
di legge su questo tema è stata presentata
da me e sottoscritta da Bertinotti
e da tutti i deputati di Rc». L’abolizione
dei reati di opinione è un cavallo
di battaglia di Umberto Bossi (cui
non parrebbe vero di poter eliminare
i vincoli alle sue pirotecniche esternazioni)
e del Guardasigilli Castelli. Di
recente tale intento è stato ribadito
dai parlamentari del Carroccio Guido
Rossi e Carolina Lussana: «È tra le
priorità da affrontare».
Nel merito la proposta Pisapia
prevede che l’associazione sovversiva
passi da reato di pericolo al meno
grave reato di danno. Inoltre «non
avrà più rilevanza penale la mera manifestazione
e propaganda delle opinioni
anche minoritarie, ma sarà punibile
solo chi ha effettivamente commesso
delitti concretamente idonei a
sovvertire con la violenza l’ordinamento
costituzionale e a sopprimere
il pluralismo politico». Per quanto
riguarda la cospirazione politica,
non potrebbero più essere perseguite
penalmente quelle condotte «tese a
turbare l’azione di governo o di altre
istituzioni, ma solo quelle concretamente
idonee a impedire, con strutture
organizzate militarmente e con
mezzi violenti, il funzionamento degli
organi costituzionali». L’obiettivo
del deputato è giungere a un diritto
penale «minimo» che sia teso a perseguire
non la «disobbedienza civile»
bensì solo «chi cagiona effettivi e concreti
danni alla collettività o ai singoli
». Un’opinione già espressa da Pisapia,
che al convegno dell’Unione Camere
Penali a Portofino aveva indicato
tra le riforme sulla giustizia anche
il ricorso a sanzioni penali alternative
alla detenzione e il miglioramento
delle condizioni di vita nelle carceri.
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