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Il sindaco di destra denuncia i comboniani: «Proteggono gli immigrati»

articolo - italia - - - L'Unità - - Migranti

[27/08/03]

CASTEL VOLTURNO Il sindaco di Forza Italia, Antonio Scalzone, denuncia alla magistratura padre Giorgio Poletti, il comboniano che a giugno scorso si incatenò sotto la prefettura di Caserta per protestare contro le retate indiscriminate nei confronti degli immigrati. Lo accusa di “denigrare il suo operato, istigando gli immigrati e sfidando le istituzioni”. E lo individua come l’unico responsabile capace di mettere a repentaglio l’ordine e la sicurezza pubblica su tutto il litorale domizio.

Lo fa con un esposto-querela inviato alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, al Ministro dell’Interno, al Prefetto di Caserta, al Questore di Caserta e al vescovo di Capua, monsignor Bruno Schettino, nella cui diocesi ricade la parrocchia di Santa Maria dell’Aiuto, la chiesa di cui è parroco proprio padre Giorgio Poletti.

Si riacutizza in questo modo uno scontro che aveva avuto il suo momento più aspro nel Consiglio Comunale aperto del 7 luglio scorso, quando a padre Giorgio fu quasi impedito di parlare, in un clima di forte tensione creato da Scalzone e dai sui supporter. Quella volta solo grazie alla forza pubblica e alle forti proteste del parlamentare diessino, Lorenzo Diana, fu riportata la calma espellendo dall’aula i più scalmanati che inveivano contro i comboniani. Ma prima ancora c’era stata la “calata” di Borghezio, a Castel Volturno, il parlamentare razzista della Lega Nord, invitato proprio dal sindaco di Forza Italia.

“Denuncio il signor Giorgio Poletti – scrive il primo cittadino di Forza Italia nel suo esposto - per il contenuto dell’articolo del giornale “Black and White” dell’agosto 2003” (è un periodico pubblicato dai comboniani di Castel Volturno – ndr). In particolare Scalzone ritiene offensivo e lesivo della propria immagine il fatto che i comboniani a proposito dell’accordo di programma stipulato il primo agosto tra varie istituzioni, hanno scritto: “E’ un accordo trasversale alle forze politiche, che unisce sinistra e destra, d’altronde c’è di mezzo il denaro che un potere unificante e corruttore incredibile”.

“Ho appreso da più parti – continua Scalzone nel suo esposto – che anche durante la celebrazione delle messe in varie zone del territorio, continuano a denigrare il mio operato, ad istigare gli extracomunitari contro la mia persona, a individuarmi come nemico della solidarietà e dei valori civili. Considero questo atteggiamento non solo assolutamente inaccettabile per la carica istituzionale che ricopro e per l’impegno profuso ogni giorno in nome della legalità, ma anche lesivo e rischioso per la mia persona che viene continuamente additata come nemica della solidarietà e dei valori civili. Ho ritenuto necessario e doveroso informarla al fine di prevenire ogni possibile causa di turbativa dell’ordine pubblico derivante dal tentativo di delegittimare le regole istituzionali”.

Traspare dalle parole del sindaco la stessa identica intolleranza del capo del suo partito quando parla del dissenso e delle contestazioni alla sua persona. Tanto che le manifestazioni annunciate in tutta Italia per il 27 settembre dai padri comboniani contro la Bossi-Fini, sono viste come atti sovversivi contro le istituzioni. Una difesa delle istituzioni poco credibile, se è vero che il precedente consiglio comunale, presieduto dallo stesso Scalzone, fu sciolto per condizionamenti di camorra. Ma tant’è. “I padri comboniani - scrive ancora Scalzone nella sua lunga lettera - annunciano una serie di manifestazioni a favore di immigrati clandestini a rischio di espulsione. Tra queste ne emerge una, prevista per il 27 settembre, durante la quale i comboniani bruceranno gli ordini di espulsione per gli extracomunitari trovati senza permesso di soggiorno e rilasceranno agli immigrati i permessi siglati da loro con il timbro “in nome di Dio”. Una sfida, quindi, in piena regola alle leggi dello Stato, alle norme della convivenza civile, un atto di provocazione che mira a destabilizzare l’ordine della comunità locale, duramente provata dal fenomeno dell’immigrazione clandestina, dalla criminalità e dall’illegalità ad essa collegata, che da anni subisce uno scenario fatto di prostituzione e spaccio di droga. Non solo, però, i comboniani sfidano lo Stato e le sue Istituzioni ma ingeriscono nello sviluppo e nella legalità.” E la chiosa finale. Rivolgendosi a Pisanu, scrive: “Chiedo di prendere ogni provvedimento ritenuto opportuno per il rispetto delle leggi dello Stato e per garantire ordine e sicurezza pubblica messa a rischio da padre Giorgio Poletti”.

Lapidario il commento di Padre Giorgio Poletti su tutta questa vicenda: “Il sindaco Scalzone? Non è una persona credibile e non intendo interloquire con chi non ha credibilità. Faccia quello che vuole. Noi abbiamo i nostri programmi che portiamo avanti quotidianamente. Evidentemente qualcuno ha paura di quello che facciamo noi. Ma saranno i fatti a parlare e non le polemiche” .


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