Oltre 100 immigrati oriundi italiani tornati in Veneto per scappare alla crisi economica del Brasile si sono rivolti alla Caritas Trevisina per chiedere cibo, abiti o alloggio

notizia - italia - - - Redattore Sociale - -

[28/06/04] TREVISO - Negli ultimi tre mesi sono stati più di un centinaio i brasiliani che si sono rivolti al Centro di ascolto della Caritas Trevisina a San Nicolò per chiedere cibo, abiti o alloggio. Da mercoledì scorso fa sapere l’organizzazione, su 25 buoni pasto distribuiti quotidianamente, 19 vengono richiesti da loro. “Si tratta di giovani e adulti, di età media fra i 30 e 40 anni, a volte con famiglia al seguito, cognomi tipici veneti ereditati dai nonni, un permesso di soggiorno turistico. – sottolinea Bruno Cavarzan direttore della Caritas diocesana - Tornano per ottenere la cittadinanza italiana”. ”Il fenomeno – continua il direttore - non è nuovo specie da quando la provincia di Treviso ha avviato il progetto "Veneto ritorno", a cui si erano rivolti nel recente passato soprattuto argentini. Ora, la crisi globale sembra colpire in modo particolare i popoli del sud America, brasiliani e venezuelani in primis. Questi immigrati oriundi italiani giungono, come tanti altri, con un visto turistico, e poi si rivolgono all'ente pubblico e alla Questura per ottenere la cittadinanza italiana. In questa fase, che dura mediamente 3-4 mesi, se non hanno sufficiente disponibilità economica personale, vengono a trovarsi in stato di necessità, e per di più senza poter lavorare. A meno che non si tratti di nero”. Precaria anche la situazione dell'alloggio. “Non possono firmare contratti d'affitto e perciò si devono arrangiare alla meglio. Purtoppo in Caritas giungono già dei segnali di sfruttamento dei posti letto sia da parte di loro connazionali qui residenti sia da parte di nostri concittadini senza scrupoli. Sembra si arrivi a pagare anche 600 euro per una stanza con 5 letti. La situazione inoltre si aggrava con il problema della lingua. Mentre con gli argentini c'è più consonanza dialettale, per i brasiliani, che normalmente parlano solo portoghese, aumentano le difficoltà di comprensione”. L’organizzazione sta provvedendo ai bisogni primari ed ha interessato la Migrantes per attivare, insieme alle parrocchie e alle associazioni, una collaborazione a partire dalla prossima settimana. Avviati contatti con la Provincia di Treviso ed i Comuni interessati.