L'Unità: "In pericolo la libertà del Corriere"
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[03/05/02] "In pericolo la libertà del Corriere della Sera". A lanciare l'allarme è il comitato di redazione dello storico quotidiano milanese. L'assemblea degli azionisti è in pieno svolgimento, quando Raffaele Fiengo, sindacalista di vecchia data del Corriere, prende la parola per denunciare un clima di interferenze e pressioni "che ogni giorno si fanno sempre più forti". Ma Fiengo va oltre: "Si legge che il patto di sindacato che controlla la società si aprirà a uomini vicini al presidente del Consiglio. Come amministratori avete il diritto di agire non solo nell'interesse monetario, non siete estranei a quanto sta avvenendo, chiediamo che la libertà del Corriere non sia intaccata". Il riferimento a Salvatore Ligresti, imprenditore siciliano specializzato in costruzioni e assicurazioni, amico di Silvio Berlusconi, è implicito.
Ligresti, socio della holding con un 4,8% potrebbe entrare presto all'interno del patto di sindacato della società, in scadenza il prossimo 18 maggio. Un'ipotesi che l'amministratore delegato della società Maurizio Romiti, figlio di Cesare, ritiene auspicabile "perchè permetterebbe di operare in condizioni di parità con gli altri gruppi europei".
L'intervento di Fiengo ha seguito di pochi giorni le dichiarazioni di Cesare Romiti, presidente della Rizzoli Corriere della Sera. "Mi sembra di vedere una voglia di limitare la libertà, di non permettere che ciascuno possa esprimere quello che pensa con tutta la libertà che dovrebbe essere consentita".
A rischio il pluralismo dell'informazione
Paolo Serventi Longhi parlando ieri a Firenze nel corso di un convegno su "Guerra e informazione" ha parlato di una realtà "drammatica" per il pluralismo non solo in televisione, dove il presidente del Consiglio controlla il 95% dell'informazione, ma anche per la carta stampata, in quanto oggi i giornali italiani sono divisi: "quasi tutti in cinque grandi gruppi editoriali: di questi almeno tre sono vicini al centrodestra". Un quadro che "non consente, se non in minima parte, la diffusione di opinioni contrarie a quelle del governo e della maggioranza".
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