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Adozione, ricerca delle origini, identità

1- Il racconto - Patrizia Conti 2- La ricerca degli adulti - Francesca Avon leggi tutto

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Torino si è aggiunta agli oltre 70 Comuni italiani
Torino si è aggiunta agli oltre 70 Comuni italiani che, con diverse modalità, hanno già dato il loro sì all’istituzione di un registro dei testamenti biologici, accogliendo l’iniziativa promossa dalle associazioni Luca Coscioni  e A buon Diritto. Il consiglio comunale della città ha approvato ieri la delibera di iniziativa popolare promossa dalla associazione Adelaide Aglietta, che ha raccolto oltre 2 mila firme.

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Dramma nel dramma: cittadini stranieri nelle carceri italiane
Osservatorio italia-razzismo
Ormai da tempo si parla di sovraffollamento nelle carceri italiane e su un totale di 69 mila detenuti, circa il 38%, è composto da stranieri. Per una persona immigrata la difficile realtà detentiva viene resa ancora più gravosa da una preoccupazione: quella dei documenti.

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Lavoro ai Fianchi
La logica delle sbarre
Luigi Manconi
“Chiudi tutti i cancelli le tue porte blindate
le tue braccia magre le tue celle frigorifere
chiudi le tue gambe bianche i mari rossi le finestre e
chiudi bene le tue frontiere
e non dirmi dei palazzi parlami delle tue galere”
Sono i versi iniziali di una canzone di Vasco Brondi, tratta dal suo cd Per ora noi la chiameremo felicità. Vasco Brondi – insieme a Virginiana Miller, Meg, Offlaga Disco Pax e John De Leo … - è la più interessante novità del panorama musicale nazionale: e certo l’intelligenza più vivace e colta. È giovane: aveva giusto un paio d’anni quando, nella seconda metà degli ’80, Annino Mele entrava in  carcere per rimanervi fino a oggi e chissà fino a quando. Quella di Mele è una esemplare storia criminale. Nato a Mamoiada (Nuoro) nel 1951, è pastore fin dall’infanzia. In carcere dal 1976 al 1980, viene nuovamente arrestato nel 1987 e condannato all’ergastolo per omicidio e sequestro di persona. Da allora non è più uscito di prigione. Qui ha scritto Il passo del disprezzo, Già Editrice 1996, con Valdimar Andrade Silva, Sos camminos della differenza, Sensibili alle foglie 2001, Mai. L’ergastolo nella vita quotidiana, Sensibili alle foglie 2005; ha pubblicato ancora, con Efisio Cadoni La sorgente delle pietre rosse, Sensibili alle foglie 2007 e infine Sa grutta de sos mortos Delfino editore, 2009. Attualmente è detenuto nel carcere di Fossombrone. Da qui, come può, continua a mantenere un rapporto epistolare  con gli studenti del liceo di Meda, in Brianza, dove da anni si tiene un corso dedicato, tra l’altro, alla lettura critica dei suoi libri. Per quegli studenti Annino Mele è un insegnante e un tutor: per la Magistratura di Sorveglianza, invece, è persona tuttora scarsamente affidabile. Di conseguenza non merita di incontrare la propria madre, anziana e malata, che non vede da dieci anni. La logica del rifiuto di quella possibilità di incontro è chiara: perché Mele possa infine recarsi da sua madre, quest’ultima deve trovarsi in fin di vita. E, infatti nell'ultimo decreto di reiezione del Tribunale di Sorveglianza di Ancona relativo all'articolo 30 della legge sull'ordinamento penitenziario che disciplina i cosiddetti "permessi di necessità" si legge che la madre di Mele, "seppur affetta da varie patologie non versa in imminente pericolo di vita".
Ma proprio questo rivela l’atroce contraddizione di una certa idea della pena e del percorso di possibile riabilitazione del condannato. In quel percorso, i permessi o altri benefici (tanto più in un caso come questo) non sono regali discrezionalmente accordati o concessioni graziosamente elargite. Quei permessi sono, in primo luogo, altrettante opportunità finalizzate a consentire processi di integrazione e di socializzazione. Si tratta di una questione estremamente significativa che allude a una profonda divaricazione e, in ultima istanza, a un radicale conflitto tra differenti e opposte concezioni dell’esecuzione penale. Se il permesso per visitare un familiare viene concesso solo in caso di estrema e ultima necessità (“imminente pericolo di vita”), esso si configura al più come un atto compassionevole: una sorta di intervento umanitario. Qualcosa che, dunque, non contraddice la fissità e la rigidità della pena, ma finisce per immobilizzarla, riducendola a un dispositivo ferreo e immutabile, che non prevede cambiamento trasformazione metanoia. Se, al contrario, il permesso o un altro beneficio è una occasione di incontro e di comunicazione – di socializzazione, appunto – l’esecuzione della pena torna a essere ciò che la Costituzione prevede: un itinerario di maturazione e di emancipazione dalla condizione criminale. Ma in questo secondo caso, il permesso o un altro beneficio rappresentano altrettanti punti di un “programma di integrazione sociale”. E di quel programma, Mele, si è confermato mille volte meritevole, lungo un arco di tempo più che sufficiente a evidenziare l’incontrovertibile autenticità del suo cambiamento. Ciò è tanto più vero se si tiene presente che la possibilità di incontro e di comunicazione e di relazione, richiesta da Mele, riguarda la propria madre. Soggetto essenziale, va da sé, per ricostituire un sistema di rapporti che l’attività criminale e la lunga detenzione hanno brutalmente interrotto. Dovrebbe essere interesse di tutti -  di tutti – che quella interruzione non sia per sempre.
l'Unità 12 novembre 2010
Lavoro ai Fianchi
La logica delle sbarre
Luigi Manconi

“Chiudi tutti i cancelli le tue porte blindate
le tue braccia magre le tue celle frigorifere
chiudi le tue gambe bianche i mari rossi le finestre e
chiudi bene le tue frontiere
e non dirmi dei palazzi parlami delle tue galere”

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Parole di Mieli
Analisi psicopatologica del Cav. ispirata da uno che se ne intende.  Risultato: ci vorrebbe un amico
Politicamente Correttissimo Il Foglio, 09-11-2010
Luigi Manconi

Nella più recente puntata di  Anno Zero, Paolo Mieli ha detto con semplicità ed efficacia ciò che qui, più volte, si è cercato di argomentare arrabattandoci, non poco. Mieli, con una interpretazione convincente del ruolo di chi “ha a cuore solo le sorti della Repubblica”, ha sviluppato la più callida e corrosiva critica della fase attuale del berlusconismo. Al confronto, gli argomenti, si fa per dire, di Antonio di Pietro apparivano goffi, involuti e, soprattutto, più che mai “politicanti”.

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La S.V. è invitata alla presentazione del libro

“Vorrei dirti che non eri solo”

di Ilaria Cucchi con Giovanni Bianconi
(Rizzoli)

che avrà luogo lunedì 15 novembre 2010 alle ore 17.00
nella Sala del Mappamondo di Palazzo Montecitorio

Parteciperanno
Luigi Manconi Ezio Mauro
Interverrà il Presidente della Camera dei deputati
Gianfranco Fini
Saranno presenti gli autori
Per accreditarsi: 06-67603386
 
«Avete facce di figli di papà.
Buona razza non mente.
Avete lo stesso occhio cattivo.
Siete paurosi, incerti, disperati
(benissimo) ma sapete anche come essere
prepotenti, ricattatori e sicuri:
prerogative piccolo borghesi, amici.
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano».

* * *

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?
Luigi Manconi
Siamo da sempre tra i più insofferenti al mondo verso ogni teoria del complotto, della macchinazione del "non è certo un caso che". Però, per una volta almeno, vogliamo cedere a una ragionevole preoccupazione: forse “non è un caso che” a distanza di 15 giorni il nostro sito, innocentievasioni.net interamente dedicato alle questioni del carcere, della privazione della libertà e delle morti all'interno degli istituti penitenziari, abbia subito due  attacchi da parte di hacker. Questa volta tra giovedì e venerdì  della scorsa settimana sono stati hackerati anche i siti italiarazzismo.it e abuondiritto.it, oltre che il server dell’Associazione. Mi limito a ricordare che sono stati questi siti a far conoscere all’opinione pubblica le fotografie del corpo di Stefano Cucchi all’obitorio, le immagini di violenze all’interno di una caserma dei carabinieri di Ferrara, le registrazioni di telefonate relative all’arresto e alla morte di Giuseppe Uva a Varese.
 
L'eterno puerile
A scrivere che quella del premier è joie de vivre, finisce che l'on. Casellati ci crede. Beneficenza
Politicamente Correttissimo  Il Foglio, 2-11-2010
Luigi Manconi
1. Vado pazzo per l’onorevole Maria Elisabetta Alberti Casellati. Non so se per una forma di livida invidia (è sottosegretario alla Giustizia come già io fui nel precedente governo) o perché ammaliato dal suo linguaggio elementare e fin primitivo. Ordinario e domestico, non perché la Casellati parla “come magna” ma perché ha solo una vaga idea di “come se parla”: e parla come le viene.

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Simone condannato come Cucchi
il manifesto, 27-10-2010
Luigi Manconi Valentina Calderone

Mentre in un'aula del Tribunale di Roma si teneva l'udienza del processo per la morte di Stefano Cucchi, la cronaca giudiziaria restituiva memoria a un'altra vicenda, che presenta molte analogie con quella appena ricordata. Simone La Penna, trentadue anni, deceduto a Regina Coeli il 26 novembre 2009, è morto “per denutrizione” un mese e quattro giorni dopo Cucchi. In carcere da nove mesi, La Penna era in attesa di giudizio per violazione della legge sugli stupefacenti.

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Cav. insindacabile
Il rovesciamento del suo carisma? Vedi all'articolo 6 della bozza con cui il Pdl si autoridicolizza
Politicamente correttissimo - il Foglio 26 ottobre 2010
Luigi Manconi
È ovvio che la si può sempre buttare in caciara e che talvolta può essere salutare farlo. Però, se era uno scherzo trascorso un ragionevole lasso di tempo, dovevate almeno dirlo, di averci gabbato. Perché alcuni l’hanno preso sul serio (e io tra essi), quell’articolo 6 della bozza di delibera dell’Ufficio di Presidenza del Popolo delle Libertà, reso noto la scorsa settimana.

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venerdì 22 ottobre 2010
ore 10.00
Fondazione Basso
Via della Dogana Vecchia 5
Roma

DA STEFANO CUCCHI A TUTTI GLI ALTRI
Un anno di vita e morte nelle carceri italiane

Alla presenza dei familiari di Stefano Cucchi in occasione dell’anniversario della sua morte

Patrizio Gonnella
Stefano Anastasia
Claudio Sarzotti

Presentano il VII Rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia
(L’Harmattan Italia, 2010)

Sono previsti gli intervento di:
Rita Bernardini, Deputato Pd-Radicali
Silvia Della Monica, Senatrice Pd
Carlo Leoni, Responsabile giustizia Sinistra ecologia e libertà
Luigi Manconi, Presidente A buon diritto
Pietro Marcenaro, Presidente Commissione diritti umani - Senato
Guido Melis, Deputato Pd
Mauro Palma, Presidente Cpt
Marco Pannella, Partito Radicale Transnazionale
Flavia Perina, Deputato Fli
Giovanni Russo Spena, Responsabile giustizia Prc

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