La lezione americana
Luigi Manconi Angela Condello
"Love is love": così Barack Obama, su Twitter, a commento della sentenza sul caso United States versus. Windsor (c'è bisogno di tradurre?). O, per passare dal Presidente degli Stati Uniti a Fabrizio De Andrè, "l'amore ha l'amore come solo argomento". In altre parole, il chi e il come non sono e non devono essere la questione più rilevante, e tantomeno costituire un ostacolo, quando vi sia un legame amoroso. Ne discende che, secondo la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, il matrimonio non è un istituto destinato a sancire esclusivamente il rapporto fra uomo e donna. Insomma, la Corte afferma che la terza parte del Defense of Marriage Act legge federale che dal 1996 ha attribuito lo statuto di matrimonio solo all'unione fra individui di sesso differente, è incostituzionale.
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PASSAGGIO A LIVELLO
E SE L'ASTENSIONISMO NON FOSSE POI COSI' MALE?
Ubaldo Pacella
Una politica per quale stagione
Le recenti elezioni amministrative tenutesi in diverse regioni italiane hanno alimentato qualche riflessione, di tratto prevalentemente emotivo o umorale a mio giudizio, mentre l’analisi politologica è finita sullo sfondo, tradita dalla cronaca o dalla necessità di dare un senso immediato all’avvenimento.
I risultati romani con l’elezione a sindaco della Capitale di Ignazio Marino presentano, di converso, sfumature originali, proprie di una situazione locale dove possiamo rintracciare, con il conforto delle statistiche, una chiara linea di tendenza: i romani hanno decisamente voltato le spalle a Gianni Alemanno. Nemmeno i conservatori e la destra hanno voluto rischiare una nuova avventura con un sindaco che Roma e i suoi abitanti hanno estrema fretta di lasciare nel dimenticatoio. Insieme ad una Giunta distintasi più che per azioni e progetti qualificanti, per malversazioni, incapacità e sciattezza. Anni di predominio incontrastato della violenza, dall’arroganza delle terze file, all’abbandono del trasporto pubblico, alla trascuratezza di ogni diritto del cittadino. Basti pensare all’indecorosa occupazione di Villa Borghese in occasione del Concorso ippico di Piazza di Siena, regalando spazi verdi al business privato e aggravando i costi per i contribuenti. Archiviamo l’elenco smisurato delle manchevolezze che i romani hanno censurato, con una noiosa alzata di spalle.
L’elemento di novità politica a Roma e in Italia è stata la modestissima partecipazione, di poco superiore nel complesso al 50% degli aventi diritto. Nella capitale, al ballottaggio, la percentuale dei votanti è rimasta ben distante dalla metà dei cittadini.
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Nella cella tre metri per quattro dove il boss è al carcere duro
GIOVANNI BIANCONI
Iovine, il capo dei Casalesi: «Rispetto le regole, vorrei dignità»
NUORO — La prima porta di ferro è telecomandata, e quando si apre la luce verde diventa rossa, come a segnalare un pericolo. Per la seconda, invece, ci vogliono le chiavi appese al cinturone dell'ispettore della polizia penitenziaria, grandi come pistole, quattro mandate rumorose e definitive. L'ispettore controlla con il metal detector i parlamentari in visita, ma anche la direttrice della prigione e il capo delle guardie. Solo dopo possono entrare e vedere il boss attraverso le sbarre della cella, che dalle sei di sera alle sette di mattina vengono chiuse da un'altra porta blindata.
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Senato della Repubblica
Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani
Stranieri dentro
Presentazione del Rapporto di ricerca
"La criminalizzazione dell'immigrazione irregolare: legislazione e prassi in Italia"
Introduce Luigi Manconi
Presidente della Commissione per i diritti umani, Senato della Repubblica
Saluto di Costanza Hermanin, Open Society Foundations
Presentazione del Rapporto a cura di Alberto di Martino e Rosa Raffaelli, Scuola Superiore Sant'Anna, Pisa
Intervengono
Filippo Bubbico
Vice Ministro dell'Interno
Cécile Kyenge
Ministro per l'Integrazione
Giovedì 27 giugno 2013, ore 17
Senato della Repubblica, Palazzo Giustiniani, Sala Zuccari
Roma, via della Dogana vecchia
SANDRO BONDI E LUIGI MANCONI, LA STRANISSIMA COPPIA PRO UNIONI GAY
Luigi Manconi e Sandro Bondi
Siamo esponenti di partiti diversi, lontanissimi e spesso alternativi su questioni di grande rilievo e ispirati da valori e principi talvolta in aperto conflitto. E, tuttavia, questo non ci impedisce di condividere alcune considerazioni e alcuni punti programmatici relativamente a una problematica cruciale quale quella del riconoscimento pieno di diritti e garanzie per le persone omosessuali. E questo pur se ciascuno di noi due ha firmato disegni di legge non coincidenti sulla materia. Partiamo da un'osservazione incontestabile.
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Intervista a Luigi Manconi
Io quasi cieco e la mia vita tra le ombre
Carlo Verdelli
“Per esempio, io non so che faccia abbia Obama. Nel 2008, quando venne eletto, non ero già più in grado di memorizzarne il volto. Direi che ha una testa ovaloide. E’ così?” Mentre parla, non ti centra, guarda un po’ altrove. “Anche Giovinco, per dire, eroe della mia epopea sportiva. E’ venuto dopo, e io non so immaginare i tratti del suo viso, né riconoscerne movenze e traiettorie sul campo. Tutto quello che non ho filmato nel cervello prima della mia patologia, mi è visivamente sconosciuto”.
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Habeas corpus
Luigi Manconi
1. Informazione di servizio. La terza sezione penale della Corte d'Assise di Roma non ha affatto affermato che, in relazione alla morte di Stefano Cucchi, "nessun pestaggio c'è mai stato". Dire questo equivale a una sesquipedale sciocchezza. Quella Corte si è limitata a dichiarare che le prove portate dalla Procura a carico dei poliziotti penitenziari rinviati a giudizio non sono da ritenersi sufficienti.
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Manconi: Boldrini e Cancellieri incontrano la famiglia Cucchi
Luigi Manconi, presidente della Commissione speciale diritti umani del Senato:
"Domani, martedì 11 Giugno, il senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione speciale per i diritti umani, guiderà una delegazione composta da Ilaria, Rita e Giovanni Cucchi, Lucia Uva, Grazia Serra Mastrogiovanni e altri familiari di vittime di illegalità e di abusi, subiti in stato di privazione della libertà, che incontrerà i rappresentanti di istituzioni pubbliche.
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Il processo non vuol vedere il cuore nero di questa storia
Luigi Manconi
Ilaria Cucchi, appena dopo la sentenza, ha detto: oggi mio fratello è stato ammazzato per la seconda volta. A ben vedere, con la sentenza di ieri, Stefano Cucchi è stato ucciso per la terza volta.
All’agonia solo come un cane nel reparto detentivo del Sandro Pertini, ha fatto seguito la seconda morte: l’orribile processo di stigmatizzazione della vittima, realizzato da molti media (un piccolo giornalista lo ha ostinatamente chiamato per mesi «il piccolo spacciatore di Torpignattara»); e da un parlamentare di questa Repubblica, al quale la virtù cristiana della misericordia degradata a odio sordo ha suggerito per Cucchi questa definizione: «anoressico tossicodipendente larva zombie»; e, infine, dai pubblici ministeri che hanno dedicato le critiche più aspre al morto e al suo stile di vita e ai suoi familiari piuttosto che ai responsabili di quella stessa morte.
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Sacralità
Perché nell’epoca delle passioni tristi i funerali non religiosi rinvigoriscono la socialità
Luigi Manconi
A noi cazzari può capitare, per una singolare alienazione del carattere, di appassionarci a eventi e riti tetri. Per esempio il senso e il cerimoniale del tempo e del luogo dove si piange la morte. Tutto ebbe inizio, per me, molti anni fa. Ero poco più che piccino quando mi capitò di leggere, grazie al suggerimento di Goffredo Fofi, un "dialogo sulla morte" tra Ernesto De Martino e Cesare Cases, pubblicato su un antico numero di Quaderni Piacentini. Un testo formidabile.
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CARCERI:MANCONI(PD),SENTENZA CORTE UE IMPONE MISURE URGENTI
(ANSA) - ROMA, 28 MAG - ''La decisione con cui ieri la Grand
Chambre della Corte europea dei diritti umani ha confermato la
sentenza-pilota che obbliga l'Italia a porre rimedi strutturali
al gravissimo sovraffollamento delle carceri impone al
Parlamento e al Governo l'adozione di un vero e proprio
pacchetto di misure per la legalita' penitenziaria.
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Sora nostra Morte
Un film per iniziare a riflettere su un passaggio naturale della vita e sull’autodeterminazione
Luigi Manconi
Non so se il Foglio abbia mai recensito il bellissimo film "Amour", scritto e diretto nel 2012 da Michael Haneke, e interpretato da Jean-Louis Trintignat, Emmanuelle Riva e Isabelle Huppert. Ma, qualora lo avesse fatto, scommetterei che questo sia stato, pressoché alla lettera, il suo giudizio (sostantivi e aggettivi compresi): "Un film politicamente corretto, dove la media borghesia urbana tratta con illuminato buonsenso i valori non negoziabili, sottraendo loro ogni autentica radicalità, con soluzioni tranquillizzanti e ispirate al bon ton morale. Un film levigato, dove la morte perde buona parte della sua tragedia (fatta di sangue e dolore) per diventare una questione intellettuale e una controversia ideologica. Il dramma indicibile e irrisolvibile della morte viene, così, medicalizzato e anestetizzato, ridotto a speculazione intellettuale, se non a moda laicista e secolarizzata". Converrete che, se non è stato giudicato esattamente così (e proprio con queste stesse parole), poco ci è mancato.
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