Politicamente correttissimo
Coprografie e no
L'osceno abuso giornalistico dell'innocente verbo "inciuciare". Un bel riscatto del giornalismo tv
Luigi Manconi
1- Quello che segue è un articolo pornografico o - più precisamente - coprografico. Nasce dall'aver constatato che – orrore! - nell'edizione del Foglio di sabato 23 marzo ricorreva in più articoli una terribile parola: inciucio. Tale termine, derivato dal dialetto napoletano, rimanda alla voce onomatopeica ‘nciucio, a sua volta originato da ciuciulliare, che significa “parlottare, chiacchierare inutilmente” (da Severina Parodi in “La Crusca per voi”, aprile 1996). La cosa interessante è che, mentre entrava nella lingua standardizzata, questo termine subiva uno slittamento semantico. Nel fuoco della polemica politica, la parola ha cambiato significato fino ad assumere l’accezione di “accordo innaturale, (…) finalizzato allo sfruttamento del potere”. Queste l’origine e la definizione attuale: e va notato che il suo primo uso, nel linguaggio politico - e non in senso denigratorio - viene attribuito a Massimo D'Alema (1995).
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Il mondo di Sofia
L’agonia di una bambina, una cura fuori protocollo e il bisogno di uno stato compassionevole
Luigi Manconi
La vicenda che la fatale pigrizia dei mass media definisce della “piccola Sofia” solleva dilemmi di grande rilievo. Guai a sottovalutarli. La bambina di tre anni è affetta da leucodistrofia metacromatica, malattia degenerativa che porta a progressiva paralisi e a cecità; e, allo stato, non sembrano esservi cure in grado di bloccarne il corso. Il “metodo Stamina”, introdotto in Italia da Davide Vannoni e Marino Andolina, sarebbe in grado di ottenere risultati positivi e questo, evidentemente, alimenta le attese di familiari che vivono la più lancinante delle tragedie. Ma l’intera comunità scientifica respinge quel metodo in quanto può comportare “condizioni di rischio reale”; e in quanto si sottrae a tutte le condizioni e i vincoli universalmente condivisi, destinati a riconoscere validità scientifica a una metodica o a un farmaco.
A Buon Diritto cerca testimoni
Giovedì 4 aprile intorno alle 18, 30 a Roma all’ingresso laterale della stazione Termini di via Giolitti, quasi di fronte al Mc Donald, un ragazzo nero veniva fermato da alcuni poliziotti (6 o 7) e, poi, finiva per terra circondato dagli stessi poliziotti. Alcune decine di persone si avvicinavano curiosi e alcuni scattavano foto o giravano filmati con i cellulari. Tra esse, una donna nigeriana, che, rifiutatasi di consegnare il suo cellulare con le foto appena scattate, veniva fermata a sua volta per resistenza a pubblico ufficiale.
Il fatto avveniva proprio sotto le telecamere lì posizionate.
Cerchiamo testimoni e autori di foto e filmati relativi all’episodio.
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martedì 9 aprile ore 17
Foyer Teatro Verdi , Sassari
Moni Ovadia e Luigi Manconi
Dialogo sulla libertà e sulla privazione
Senza interiorità i diritti umani sono gusci vuoti Fabio Canessa
Nato in Bulgaria, cresciuto a Milano dove ancora vive, ma anche un po' sardo d'adozione. «Vengo spesso e da moltissimo tempo in Sardegna. E poi alcuni dei miei più grandi amici sono sardi. L'elenco sarebbe interminabile, ma ho un rapporto molto stretto, forte con l'isola prima di tutto attraverso le persone.
Life in Rebibbia, o il romanticismo sottoproletario di CalifanoLuigi Manconi Da tempo il romanticismo non è più appannaggio esclusivo delle classi medio-alte: tanto più nella fase della massificazione dei consumi e dell'espansione della piccola borghesia come categoria culturale e sociologica universale (Hans Magnus Enzensberger), il romanticismo come postura dell'anima si è fatto senso comune, distribuendosi equamente lungo le articolazioni della stratificazione sociale. E così si è formato, non da ieri, un romanticismo proletario e sottoproletario del quale, per molti versi, Franco Califano è stato il più sincero cantore, ma anche una tra le più significative rappresentazioni pubbliche. Non stupisce.
Quella lezione di ManganelliLuigi Manconi Appena alcuni giorni fa, molti hanno pianto la morte del capo della polizia, Antonio Manganelli. A me è capitato di frequentarlo per una questione che, in queste ore, conosce uno strascico che colpisce intensamente l’opinione pubblica. Un anno e mezzo fa, a fine settembre del 2011, Manganelli chiese di incontrare i familiari di Federico Aldrovandi, il diciottenne di Ferrara morto a seguito delle violenze subite da quattro poliziotti, nel settembre del 2005. La madre e il padre di Federico mi chiesero di partecipare alla preparazione di quell’incontro e di discuterne con Manganelli modalità e contenuti. Fu un momento importante perché rappresentò il tentativo, da parte del capo della polizia, di sanare – di iniziare a sanare- la ferita che la morte di Aldrovandi (e molti episodi altrettanto tragici dovuti a comportamenti altrettanto efferati) hanno prodotto nel rapporto sempre tormentato tra cittadini e Stato.
"Quella manifestazione un atto di sedizione e triviale"la Repubblica 29 marzo 2013 Luigi Manconi, senatore del Pd, è vicino alla famiglia Aldrovandi dai giorni dell’omicidio. Dice: "La manifestazione del sindacato di polizia sotto le finestre del Comune di Ferrara è stato un atto sedizioso e insieme triviale". Quegli agenti meriterebbero sanzioni? "E’ attività sindacale, non si può mettere in discussione neppure quando esprime una mentalità illegale".
Manconi: se indagate Lucia Uva, indagate anche me.Il senatore Luigi Manconi: "Apprendo che, in questi minuti, Lucia Uva è stata raggiunta da una citazione della procura di Varese perchè indagata per diffamazione nei confronti di Polizia e Carabinieri, da lei indicati come responsabili del decesso del fratello Giuseppe, morto a giugno del 2008 nell’Ospedale di Varese, dopo aver passato ore nella locale caserma dei Carabinieri.
Manconi: Non c’è pace per la madre di Federico Aldrovandi, ucciso da quattro poliziottiIl senatore del Pd Luigi Manconi: “Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi, il diciottenne ferrarese ucciso nel 2005 da quattro poliziotti, è stata assolta ieri dall’accusa di diffamazione mossale dal pubblico ministero Mariaemanuela Guerra, che l’aveva denunciata per sue dichiarazione pubblicate sui quotidiani di Ferrara. Nello specifico, Patrizia Moretti disse che il pm Guerra non era andata sul luogo del delitto la mattina dell’omicidio di e che nei mesi successivi il pm non si era occupata di fare le dovute indagini. Ora, il tribunale di Mantova ha assolto Patrizia senza nemmeno andare a dibattimento perché il fatto non sussiste e non costituisce reato. A fronte di questo esito positivo, tanto scontato rispetto alla risibilità delle accuse mosse nei confronti della Moretti, trovo sorprendenti le manifestazioni che da qualche settimana vengono messe in atto dagli appartenenti al sindacato di polizia Coisp per protestare contro la condanna passata in giudicato dei quattro poliziotti responsabili della morte di Federico Aldrovandi. |