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Indulto, riparte la trattativa

Il ddl alla Camera. E in An c´è chi vuole libertà di coscienza

articolo - italia - - - La Repubblica - - Carcere

[10/12/02]

ROMA - Trattativa in corso sull´indulto per «dare un segnale prima di Natale». L´ «atto di clemenza» per i detenuti, sollecitato dal Papa in Parlamento, sembrava essersi inabissato dopo il "no" del vicepremier Gianfranco Fini e l´altolà della Lega. Ma già domani la commissione Giustizia della Camera dovrebbe concludere la discussione generale sul cosiddetto "indultino", cioè la proposta di sospensione della pena presentata da Giuliano Pisapia (Prc) e dal socialista Enrico Buemi, che nelle ultime settimane ha raccolto adesioni "bipartisan", tra cui quella del portavoce di Forza Italia Sandro Bondi.
Non si tratta di un indulto in senso proprio, cioè dello sconto della pena, bensì della sospensione provvisoria, e solo per gli ultimi tre anni, con la revoca immediata in caso di recidiva. Forza Italia ha lasciato libertà di coscienza; sollecitata peraltro anche nelle file di An dal ministro Altero Matteoli.
«Decidere sull´indulto è un dovere politico e morale», esorta Gaetano Pecorella, presidente forzista della commissione Giustizia. E da tre giorni i radicali hanno iniziato lo sciopero della fame chiedendo ai presidenti di Camera e Senato Casini e Pera il rispetto della legalità e quindi di fissare tempi certi per il voto sull´indulto. Da dieci anni si parla di indulto, ma il dibattito passa di rinvio in rinvio, mentre l´emergenza-carceri cresce. L´Osservatore romano, il quotidiano del Vaticano, usa toni severi: «Intervenire sull´ormai insostenibile situazione delle carceri è una necessità, che richiede una qualche misura urgente, ma finora non si sono visti segni concreti, e anzi sembra essersi spenta persino l´eco di un segno di clemenza».
Pesano nel centrodestra le parole di Marco Follini, segretario dell´Udc: «Debbo dire a Fini che sono rimasto deluso per la sua drastica chiusura a ogni forma di clemenza giudiziaria. Continueremo a batterci per un gesto di clemenza». E Michele Vietti, vice del Guardasigilli Castelli, rilancia: «Prima della riforma della giustizia ci vuole un gesto di clemenza».
Il presidente della Camera Casini andrà a San Vittore venerdì prossimo - terza visita nelle carceri in un anno e mezzo - e sarà accolto da un appello per l´indulto. Vero è che la riforma costituzionale per abbassare il quorum dei due terzi richiesto nel voto per amnistia e indulto con ogni probabilità slitterà, non essendoci un accordo tra i Poli. L´"indultino" ha però raccolto ormai cento adesioni trasversali. In Forza Italia «il fronte a favore è consistente», ammette Michele Saponara. «Anche da An è arrivato più di un consenso individuale», afferma Giuliano Pisapia. E cita Aurelio Gironda e Sergio Cola. Nelle file di An le posizioni sono diversificate, nonostante la linea dura per il no. «La nostra legge non è solo "svuota carceri" ma prevede una serie di prescrizioni», spiega Pisapia. Nell´Ulivo sono i Ds a preferire un provvedimento di «indulto classico»; e ben 13 proposte sono all´esame del comitato ristretto per giungere a un testo unico. Sempre più insistenti sono inoltre le voci di un nuovo "pacchetto di grazie" che potrebbe essere sottoposto al capo dello Stato. «Purché ci sia un segnale», insiste il verde Franco Corleone, ex sottosegretario alla Giustizia.


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