Carcere: detenuto morto per meningite a Regina Coeli
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[24/11/05] ANSA) - ROMA, 24 nov - Un detenuto di Regina Coeli, A.D.F.,
di 51 anni, e' morto per meningite pneumococcica il 16 novembre
scorso ed i familiari hanno presentato una denuncia alla procura
nella quale chiedono che sia accertato come mai ''una malattia
di tale gravita' - si legge nell' atto predisposto dall'
avvocato Pietro Nicotera - possa essere passata inosservata al
corpo medico del CARCERE'' e le ''eventuali responsabilita'
ricollegate al decesso del congiunto''. Al riguardo si chiede l'
acquisizione del diario clinico del detenuto, la cartella
clinica ed i risultati dell' autopsia.
Dopo essere venuti a conoscenza di quanto accaduto, alcuni
avvocati hanno manifestato il proposito di evitare la
frequentazione del CARCERE.
A.D.F. - e' detto nella denuncia -
detenuto dallo scorso febbraio per falsificazione di carte di
credito ed in attesa di giudizio fu ricoverato in stato di coma
la mattina del 13 novembre scorso nell' ospedale Santo Spirito
per un apparente ictus cerebrale. Nel pomeriggio un medico del
nosocomio comunico' al fratello del paziente che la gravita'
delle condizioni di quest' ultimo erano determinate da una
meningite pneumoccica che aveva causato un' insufficienza
respiratoria acuta, patologia citata anche nell' avviso di morte
emesso dall' ospedale romano. Il detenuto - affermano ancora i
familiari nella denuncia - fu trasferito nel reparto di
rianimazione dello stesso Santo Spirito.
Il 16 novembre il decesso ed ora i familiari chiedono all'
autorita' giudiziaria di stabilire come sia stato possibile che
all' interno del CARCERE la situazione sia passata inosservata
''al punto da far trascorrere talmente tanto tempo da rendere
vano qualsiasi tentativo successivo di cura''. ''A tal proposito
- e' detto ancora nella denuncia - si fa rilevare che A.D.F.,
circa una settimana prima del decesso, nella telefonata
settimanale che effettuava alla mamma, comunico' di avere dei
forti dolori al collo con rigidita' nucale e di avere vomitato.
Lo stesso riferiva inoltre che dopo aver rappresentato tali
sintomi ai sanitari del CARCERE gli stessi gli avevano
effettuato due punture per lenire il dolore''.
''Quanto avvenuto - e' la conclusione dell' atto depositato a
piazzale Clodio - deve ritenersi inammissibile in quanto A.D.F.
aveva manifestato i classici sintomi della menigite che non
potevano e non dovevano sfuggire ad un medico attento. Una cosa
e' certa: A.D.F. era entrato nella casa circondariale circa
dieci mesi prima del triste evento in perfetta salute, seppur
sofferente di diabete che, comunque, era perfettamente
controllato''. (ANSA).
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