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Giustizia: Manconi (Ds); nelle carceri è emergenza assoluta

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[02/11/05] Il Mattino, 2 novembre 2005 "La Cdl preferisce perseguire una amnistia occulta come sarà la ex Cirielli. Compito del centrosinistra, invece, è varare provvedimenti che siano di giustizia". Non si illude Luigi Manconi, responsabile nazionale Diritti civili per i Ds, sulla possibilità che l’attuale legislatura - come chiesto dai radicali di Marco Pannella - possa varare un provvedimento di amnistia e/o indulto. Non è tuttavia un tema che merita di essere inserito nel programma dell’Unione? "Già nel corso di questi anni i Ds hanno sostenuto non solo l’opportunità ma addirittura l’urgenza di una misura di clemenza. Ancor più so che questo sarà uno degli obiettivi di un eventuale governo di centrosinistra. In questa legislatura è stata la maggioranza di centrodestra a ostacolare questi provvedimenti. È passato solo l’indultino, un risultato avaro, avarissimo ottenuto superando le resistenze di An e Lega". Come è cambiata la situazione nelle carceri in questi anni? "Basti ricordare che nel corso di questa estate si è raggiunto il numero di 60mila detenuti a fronte di una capienza di 42mila; un tetto mai toccato nel corso dell’intera nostra storia repubblicana. Il tasso di carcerizzazione - il rapporto tra popolazione generale e carceraria - è uguale a quello dell’immediato secondo dopoguerra, quando in Italia le condizioni erano incomparabilmente diverse". Quali misure sono necessarie perché l’amnistia non sia ridotta solo a un intervento d’emergenza per svuotare le carceri? "Una misura di clemenza è solo la premessa, ma una premessa ineludibile, obbligatoria, non discrezionale. Se non si riduce prima l’affollamento nelle carceri, non si può immaginare alcuna strategia di riforma. Soltanto dopo si può depenalizzare e "decarcerizzare". Nel primo caso si devono declassificare alcuni reati penali, escludendoli dalla sanzione carceraria; nel secondo caso, vanno ipotizzate forme alternative alla detenzione. Questione difficile, questa, visto che a tutt’oggi sono quasi in 60mila - proprio come il numero dei detenuti - a godere delle misure alternative". Anche la giustizia deve fare i conti con la scarsità di risorse finanziarie. Ma a che cosa non si può veramente rinunciare nel settore delle carceri? "In teoria, ma solo in teoria, depenalizzazione e "decarcerizzazione" non costano. Ma ci sono senza dubbio enormi settori della detenzione che vanno finanziati perché hanno conosciuto tagli su tagli: la sanità e tutte le attività di istruzione, formazione, scolarizzazione, oltre a tutto quel segmento costituito da educatori, psicologi, assistenti sociali". La ex Cirielli. Dia un giudizio sintetico. "Una legge odiosamente classista perché afferma senza pudore il diritto dei ricchi e dei potenti contro i poveracci".


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