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Muore a Sollicciano è il terzo in tre mesi

Non ancora chiare le cause del decesso: scontava una pena per spaccio

Il giovane è stato trovato nella sua cella, era appena rientrato da un permesso di 4 giorni

articolo - italia - - - La Repubblica - - Carcere

[24/06/04]

UN detenuto italiano di 30 anni è stato trovato morto lunedì pomeriggio nella sua cella di Sollicciano. L´autopsia, disposta dal pm Tommaso Picazio ed eseguita ieri dal dottor Antonio Cafaro, non ha chiarito le cause del decesso. Per capire che cosa abbia ucciso un uomo così giovane occorrerà attendere l´esito degli esami istologici e tossicologici. L´unica cosa certa è che si tratta del terzo detenuto di Sollicciano morto in meno di tre mesi. Il primo è stato ucciso da una overdose di farmaci. Il secondo, un giovane algerino arrestato per spaccio di strada, si è impiccato l´11 giugno alle sbarre della sua cella. Lunedì è stata la volta del detenuto italiano, che era in carcere per detenzione di droga a fine di spaccio e ricettazione e che avrebbe dovuto lasciare il carcere nel 2009, ma usufruiva di permessi perché si faceva curare fuori del carcere. A Sollicciano era rientrato domenica sera dopo un permesso di 4 giorni. Lunedì mattina era stato visitato. Sembrava che stesse bene. Alle 16,30 è stato trovato morto nella sua cella.

Franco Corleone, garante dei diritti dei detenuti su incarico del Comune di Firenze, è sempre più allarmato per le condizioni di Sollicciano. Progettato come un carcere modello per 450 detenuti, ne ospita attualmente più di mille. Gli agenti di polizia penitenziaria sono gravemente insufficienti. Il 31 marzo sono evasi, sbriciolando le fragili sbarre di cemento, cinque pericolosi detenuti albanesi. Il pericolo di nuove fughe ha determinato un giro di vite nelle condizioni dei detenuti. In una situazione di esasperato sovraffollamento, con quattro-cinque detenuti nelle celle progettate per due, la vita a Sollicciano è sempre più intollerabile. Ne è conferma, fra l´altro, l´ampio uso del Tavor e di altri medicinali di questo tipo. In una situazione di tale emergenza, il giardino degli incontri dei detenuti con le famiglie, progettato dalla Fondazione Michelucci e ormai quasi pronto, rischia di diventare una beffa, denuncia Corleone. Il 2 luglio, durante l´incontro programmato alla Fondazione Michelucci, Corleone cercherà di fare di Sollicciano un caso nazionale.

E´ preoccupato anche il professor Emilio Santoro dell´associazione Altro Diritto. Dopo le evasioni di marzo - spiega - sono stati modificati i condotti di aerazione. Il docente ha partecipato a una visita di controllo con un geometra dell´amministrazione penitenziaria, che ha assicurato che l´aria che affluisce nelle celle è sufficiente. Ma - obietta il professore - il problema è che in quelle celle pensate per due detenuti ce ne stanno quattro o cinque: «Non c´è bisogno di essere scienziati per capire che in queste condizioni la capacità di autocontrollo crolla. Forse non è un caso che con il caldo a Sollicciano è arrivato il terzo morto».


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