Archivio
04/05/05 |
Suicidi in carcere, le cifre crudeli
Andrea Boraschi, Luigi Manconi - L'Unità
«Il 24 marzo 2004, nel carcere di Opera, si è tolto la vita un detenuto paraplegico, costretto su una sedia a rotelle, Andrea Mazzariello». Inizia così l'interrogazione, presentata all'epoca dai parlamentari Augusto Battaglia e Luigi Giacco, che poi prosegue: «il Mazzariello, pochi giorni prima, aveva manifestato al proprio legale la sua disperazione (...) per non essere curato adeguatamente per la malattia di cui soffriva, una stenosi del canale midollare che gli procurava forti dolori. Non gli veniva somministrata la morfina e cercavano di sostituirla con altri farmaci contro il dolore, che gli provocavano ulteriori forti sofferenze. Il Mazzariello, prima di rientrare in carcere per la condanna definitiva, aveva chiesto gli arresti domiciliari per motivi di salute, ma gli erano stati negati. |
18/04/05 |
Il confine di quello che chiamiamo vita
Andrea Boraschi, Luigi Manconi - L'Unità
La vicenda di Terri Schiavo è diventata - per responsabilità di tutti e senza vera colpa di alcuno - una “vertenza pubblica”. Che, come tutte le vertenze, ha sollevato polemiche e conflitti e ha interpellato le coscienze e le menti. Tutto ciò, sia ben chiaro, può essere letto - prescindendo per un attimo dalla vicenda umana che ne è all'origine - in termini positivi. È un bene che nel discorso pubblico trovino spazio temi di profondo spessore etico e che ci si soffermi a riflettere su ciò che sta rapidamente cambiando e che condiziona ogni risvolto intimo e sociale della nostra esistenza: il confine tra la vita e la morte. |
04/04/05 |
Castelli e il Mercato della Cura Coatta
Andrea Boraschi, Luigi Manconi - L'Unità
Domani si inaugura ufficialmente, in Italia, il mercato della cura coatta: si inaugura, cioè, la nuova struttura di Castelfranco Emilia per il recupero di detenuti tossicodipendenti "condannati a pene detentive che non permettono l'assegnazione alla comunità", secondo le parole del Guardasigilli, Roberto Castelli. Sarà una struttura "a custodia attenuata", gestita insieme (non si sa ancora con quale ripartizione di ruoli e competenze) dal pubblico e dal privato: nella fattispecie, dal ministero della Giustizia e da quella holding dell'assistenza che è San Patrignano: un modello di intervento e recupero che risulta in perfetta sintonia con le politiche del centrodestra in materia di tossicodipendenze.
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09/03/05 |
Bisogna fermare i suicidi in carcere
Luigi Manconi - Il Mattino
Che direste di un padre di famiglia che ha visto crollare la propria casa per una scossa dell’ottavo grado della scala Mercalli, la moglie scappare con uno stilista giapponese, i figli diventare tutti - ma proprio tutti! - concorrenti del programma di Maria De Filippi: che direste, appunto, se dopo tutto questo ambaradan dichiarasse: "Sono sereno"?
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22/02/05 |
La sicurezza sociale non sempre è «civile»
Andrea Boraschi, Luigi Manconi - L'Unità
C'è una contraddizione insuperabile tra bisogno di sicurezza e tutela della privacy? Porsi questa domanda, oggi, significa ragionare su una linea sottile, che - senza retorica alcuna - è un confine di libertà. Da un lato, il diritto alla sicurezza, all'incolumità, alla protezione: la possibilità di vivere, lavorare, intrattenere relazioni sociali in ambienti dove il nostro corpo, la nostra persona e i nostri beni non debbano e non possano essere minacciati da condotte criminali. Dall'altro lato, la capacità/possibilità dell'individuo di sottrarsi a forme di controllo improprie, autoritarie, lesive della sua dignità e invasive della sua sfera personale. |
10/02/05 |
L’agonia della speranza
Andrea Boraschi, Luigi Manconi - L'Unità
L’8 ottobre 2004, all'ospedale di Pordenone, dopo oltre trent'anni di coma, moriva Maria Laura Mion. Nel 1971, quando fu investita da un'auto, aveva solo tre anni. Il trauma cranico provocatole apparve immediatamente irreversibile: e così sopravvisse - fino a pochi mesi fa - attaccata ad una macchina e assistita dalle cure dei genitori. Le terapie a cui è stata sottoposta, lungo l'intero arco della sua vita, non hanno dato mai alcun risultato positivo, tanto da affidare solo a un “miracolo” le possibilità di un risveglio da quel lunghissimo e doloroso sonno. Qualche mese fa le sue condizioni si sono aggravate: da qui il trasferimento all'ospedale e, dopo qualche tempo, la morte. |
24/01/05 |
La demagogia dei risarcimenti impossibili
Andrea Boraschi, Luigi Manconi - L'Unità
«Con chi commette atti del genere bisogna buttare via la chiave», dice il ministro per le Riforme, Roberto Calderoli, commentando le sentenza che, accogliendo il patteggiamento in appello, riduce la pena di Ruggero Jucker a 16 anni di detenzione. Jucker è l'autore di un omicidio efferato: nel 2002 uccise con ventidue coltellate la sua fidanzata, Alenya Bortolotto. «La povera Alenya muore per la seconda volta», chiosa ora il coordinatore della segreteria della Lega. E qui, come già in altre occasioni, Calderoli interpreta un umore diffuso, facile e brutale insieme. Quello che vuole che a un crimine violento e spaventevole, come quello di Jucker, corrisponda, inesorabile, una pena altrettanto violenta e spaventevole: esemplare e severa, in ogni caso, e che non ammetta sconti, che non preveda misure alternative alla detenzione e che - soprattutto - non tolleri «buonismi garantisti» di sorta. |
30/12/04 |
Morte e mistero nel carcere di Livorno
Andrea Boraschi, Luigi Manconi - L'Unità
Questa è la cronaca di una sconfitta. Oltre un anno fa (25 novembre 2003), in questa stessa pagina, scrivemmo di Marcello Lonzi, morto il 12 luglio 2003 nel carcere delle Sughere di Livorno. Era in prigione per tentato furto e gli rimanevano da scontare quattro mesi di reclusione. Sulla circostanze della sua morte si manifestarono subito molti dubbi. I primi esami autoptici indicarono in una aritmia maligna la causa più probabile del decesso, attribuito a un evento naturale patologico spontaneo (“sindrome di morte improvvisa”). Ma il corpo di Marcello Lonzi riportava ferite, lesioni e traumi che difficilmente potevano essere spiegati dal malore che lo ha ucciso.
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16/12/04 |
Piccola “fisiologia” dell’immigrazione
Andrea Boraschi, Luigi Manconi - L'Unità
In Italia, l'immigrazione è grande questione sociale e straordinaria opportunità materiale e spirituale (sì, spirituale), fatica e risorsa. Vent'anni di pessima gestione e di mediocre - e talvolta ottusa, talvolta feroce - politica l'hanno ridotta a emergenza e allarme sociale. E, allora, facciamo un piccolo esercizio di “applicazione tecnica” e consideriamo una serie di notizie, cattive e (raramente) buone: sarà agevole scoprire la “fisiologia” dell'immigrazione, la sua ordinaria e quotidiana - e intimissima - relazione con la nostra società e con noi stessi. |
01/12/04 |
Il mistero della Cassa delle Ammende
Andrea Boraschi, Luigi Manconi - L'Unità
La Cassa delle Ammende è un ente di diritto pubblico, incardinato nel Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria (quindi dipendente dal ministero della Giustizia), e suo presidente è il capo del Dipartimento stesso o un suo delegato. Del consiglio di amministrazione, oltre al presidente e ai dirigenti del Dap, fanno parte rappresentanti del ministero dell’Economia e delle Finanze. La Cassa custodisce un fondo dove viene depositato il denaro proveniente dal pagamento di ammende e multe, oggetto di sentenze penali di condanna, e dove confluiscono beni mobili ed immobili confiscati alla criminalità.
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