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Carceri, due detenute morte per overdose

Civitavecchia, arrestato il marito che avrebbe passato la bustina

Nel 2002 le morti negli istituti di pena sono state 52

notizia - italia - - - Rai Net - - Sostanze

[10/03/03]

L’hanno trovate abbracciate nel letto della cella minuscola che dividevano, morte per overdose. Nel carcere di Civitavecchia le indagini sono già partite e il marito di una delle due donne è stato arrestato.

Probabilmente l’uomo ha passato la bustina di eroina tagliata male durante il colloquio settimanale che viene concesso ai reclusi che non sono sottoposi a particolari misure di sorveglianza.

La morte delle due detenute, entrambe di Roma tra i 30 e i 40 anni, ripropone il problema della salute e della sicurezza in carcere, dove sono frequenti i suicidi, i tentativi di suicidio, gli atti di autolesionismo.

Nel 2002 sono stati 52 i detenuti che si sono tolti la vita, erano stati 69 nel 2001. Una flessione che secondo il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap) va di pari passo con un incremento fino al 30% del lavoro negli istituti penitenziari.

Si tratta tuttavia di una percentuale di morti molto alta perché avviene in un luogo dove la vigilanza sulla sicurezza dei cittadini detenuti dovrebbe essere assicurata dalle rigide misure di sicurezza che scandiscono la vita del carcere.

L’associazione a Buon Diritto dell’ex senatore verde Luigi Manconi ha calcolato che se il tasso dei suicidi su 10 mila cittadini è stata di circa 0,67% nel 2001, la stessa percentuale sulla popolazione ristretta è del 12,7%. Nello stesso anno i tentativi di suicidio sono stati 878 e gli atti di autolesionismo sono stati 6.353.

Le associazioni di volontariato e di ex detenuti denunciano da tempo anche il fenomeno della circolazione della droga nelle carceri, dove circa il 25 per cento della popolazione carceraria è tossicodipendente.

Ma come entra la droga in carcere? Spesso attraverso i familiari dei detenuti che entrano per i colloqui settimanali (benché sottoposti a rigidi controlli) o nascosta dai detenuti che escono dal carcere autorizzati dai permessi premio o da esigenze lavorative.

Ma il traffico di eroina all’interno degli istituti spesso coinvolge anche gli agenti penitenziari collusi con gli spacciatori: a Reggio Calabria, nel mese scorso tra 18 condannati per un presunto giro di droga nel carcere cittadino, c’erano anche tre poliziotti.


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