L'estremo gesto d'amore del padre suicida
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[01/10/02] Caro Augias, che identificazione, che dolore. Ho visto in tv il servizio sul padre che si è suicidato con il figlio. Non dicevano il nome della malattia ma il mio cuore aveva già capito quello che il vostro giornale mi ha confermato il giorno dopo; la malattia del figlio "Jacopo" era la stessa per le cui conseguenze a nemmeno 14 mesi se ne andata, il 24 giugno dell' anno scorso, la mia dolcissima, bellissima e unica figlia "Celeste". Ho detto alla mia compagna «indovina di cosa era ammalato il bimbo che il padre ha portato con sé nel suicidio», non ha risposto e ci siamo messi a piangere. Sono un uomo dolce e terribile, quasi coetaneo dell' uomo suicidatosi. Chi ha avuto a che fare con Celeste e con me, sa bene che avrei potuto uccidere, o buttarmi nel fuoco se fosse servito a Celeste. L' estremo gesto di amore di quel padre avrei potuto compierlo anch' io. Ami alla follia tuo figlio, e non riesci a dare spiegazioni: come si fa a spiegare che c' è un gene in un cromosoma che non funziona per cui tuo figlio non comanda i muscoli dal collo in giù, compresi i polmoni. Sono casi in cui la dignità del vivere, la morale, prendono altri significati e la morte si trasforma nella guarigione alle sofferenze di tuo figlio che ami così tanto da non volerlo lasciare. E' amore infinito nel senso più puro e devastante. C' è un peso in più in situazioni del genere per uomini come me e Pier Ezio. Sembra che tu soffra di meno, che tu sia meno coinvolto, non c' è la comprensione che tuo figlio invece è il tuo sole, il centro del tuo universo. Dopo che Celeste se n' è andata, molti venivano da me e mi chiedevano come stava la mia compagna come se io fossi un estraneo. Io li guardavo come se fossero extraterrestri, stavano parlando a me che mi sentivo rotto in mille pezzi come se fossi quello meno coinvolto, pazzesco. Piango mentre le scrivo, e stanotte più volte mi sono svegliato con questi pensieri e con le lacrime. Penso alla mia esperienza, penso alla madre di Jacopo e non posso far altro che abbracciarla. Spero che non si chiuda nel dolore ma che lo viva e che dia il giusto immenso valore all' estremo e ultimo regalo che Pier Ezio ha voluto fargli: ridarle la libertà di vivere, e suppongo sia proprio questo il messaggio che le ha lasciato scritto. La prego Marina, vada oltre tutti i pensieri che la portano a chiedersi dove ha sbagliato, se fosse stato possibile evitare. Farsi del male non le toglierà il dolore. Lo so che un pezzo di lei se n' è andato per sempre, un pezzo di loro però resterà per sempre nel suo cuore. So purtroppo come ci si sente e se queste mie parole le infastidiscono, mi mandi pure a quel paese, il mio abbraccio resta. L' atrofia spinale muscolare comunemente detta "Sma" (www.famigliesma.org ) è una delle malattie più subdole e violente, non ha cura e a livello emotivo è devastante. Bambini come Jacopo e Celeste sono, forse come compensazione alla loro infermità, precoci e intelligenti; usano al massimo ciò che hanno il che rende ancora più dolorosa la loro condizione. Grazie. Lettera firmata «E questo è il lutto/ dei figli? E chi si salverà dal vento/ muto sui morti - da tanto distrutto/ pianto, mentre nel petto lo sgomento/ della vita più insorge?~ Unico frutto,/ oh i nomi senza palpito - oh il lamento». (Giorgio Caproni )
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