Torino, via libera alla pillola abortiva
Parte la sperimentazione, tra le critiche della Chiesa
Il farmaco utilizzato da anni negli Usa e in Europa
articolo - italia - - La Repubblica - - Libertą Terapeutica
[29/10/02] TORINO - A venticinque anni dalla legalizzazione dell'aborto anche l'Italia apre alla rivoluzione farmacologica. In coda agli Stati Uniti e a quasi tutti i paesi europei dove la pratica è in vigore ormai da una decina di anni, la RU486, meglio nota come pillola abortiva, è in arrivo all'ospedale Sant'Anna di Torino dove con l'inizio dell'anno nuovo dovrebbe partire la prima sperimentazione su quattrocento donne.
A dare il via libera alla discussa iniziativa il comitato etico piemontese, che da mesi ha in analisi il progetto e che ieri ha deciso per il "sì". Un "sì" che ha scatenato immediatamente un'accesa polemica politica nel centrodestra e tra i cattolici che chiedono di saperne di più e si dicono contrari a ogni ulteriore facilitazione alla pratica per l'interruzione volontaria di gravidanza.
"Cosa si può fare di fronte a una notizia di questo genere? - commenta monsignor Alessandro Maggiolini, vescovo di Como - la Chiesa come ha sempre fatto dirà forte che non si può usare la pillola abortiva, si ribella moralmente e piange". Alt alla pillola anche da Gerardo Bianco, sia pure del fronte della Margherita: "L'aborto è da evitare sempre e comunque". "Ci spieghino bene cos'è - dice Francesco D'Onofrio - capogruppo al Senato dell'Udc - ma sia chiaro che siamo contrari a ogni metodo contro la vita".
Il principio attivo della RU486 è il mifepristone, che contrasta l'azione dell'ormone della gravidanza, il progesterone. Si prende per via orale ed è efficace fino a 49 giorni dall'ultima mestruazione. Anche per l'aborto farmacologico, la donna che intende interrompere una gravidanza deve rispettare il normale iter previsto dalla legge: certificato medico e poi in ospedale dove, dopo aver effettuato le analisi e un colloquio, entro sette giorni le viene fissato un appuntamento.
La RU486 viene somministrata sempre in ospedale ed è seguita dopo 48 ore da un altro farmaco, il misoprostol, una prostaglandina che provoca le contrazioni dell'utero e l'espulsione del feto. Dato che quest'ultimo medicinale può avere un effetto doloroso, è previsto un ricovero di tre o quattro ore durante il quale la paziente viene tenuta sotto osservazione dai medici.
E' opinione comune degli antiabortisti che la RU486, meno traumatica, renda più semplice la decisione in tal senso per la donna. Dal punto di vista scientifico, il solo fatto che la Francia l'abbia introdotta dieci anni fa dimostra che non ci sono controindicazioni alla pillola abortiva. Ma se la politica al governo non dovesse vedere di buon occhio la sperimentazione, la pratica RU486 potrebbe perdersi ancora a lungo tra gli iter burocratici italiani.
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